Maria Grazia Schiavo prima donna a Napoli

Un recital con il pianoforte di Maurizio Iaccarino per la cantante; organizza l'Associazione Scarlatti

Maria Grazia Schiavo: Harmonie de soir
Recensione
classica
Teatro Sannazaro, Napoli
Maria Grazia Schiavo: Harmonie de soir
15 Marzo 2018

Mariagrazia Schiavo è prima donna! In un recital, accompagnata al pianoforte da Maurizio Iaccarino per la stagione dell'Associazione Scarlatti di Napoli, ricrea il canto da camera come non si fa più. Osa riletture di Francis Poulenc, Massenet, Debussy, De Falla e Bizet cameristici come se fosse la prima volta, mettendo se stessa e noi alla ricerca di un senso segreto della poesia in musica.

Napoli ritrova, dopo lustri in giro per il mondo, la sua diva, che, anche se non è più una ragazza, si presenta con la mente aperta di chi guarda avanti. Subito seducente, esotica in uno studio di vocalizzi in forma di habanera di Maurice Ravel. Poi improvvisamente leggera e soave in Trois Poémes de Stephane Mallarmè, sempre di Ravel. Contrasti che caratterizzeranno in maniera saggia tutto il concerto. Violon, per esempio, dolcissimo, Fleurs, cullante e La Dame d'Andrè più spedito insieme ad altri sono le Six mélodies sur des poèmes de Louise de Vilmorin di Francis Poulenc, che insieme a Je march sur tous les chemin, da Manon di Massenet concludono la prima parte. Qui, mai stridula, sempre efficace, anche teatralmente, con gesti e presenza da prima donna.

Non si canta e suona solo, si crea un mondo fatto di anime, divinità, natura. Nella seconda parte, tutte le combinazioni timbriche, indefinite, sfuggenti affiorano in un dominio in crescendo di nostalgia e tenerezza amorosa con L'âme évaporée e Le Balcon di Debussy. In Trois mélodies di De Falla, un grande timbro, che dipana impasti soffici e singoli fraseggi morbidissimi, rende l'interpretazione autorevole. Ben eseguite sotto l'accompagnamento di Iaccarino. Alla base, con un suono tondo e delicato avvolge la vocalità della Schiavo senza porle limiti, lasciandola fluire con naturalezza. Nel finale di Bizet, Tarantelle, Schiavo è sontuosa ma agile, veloce ma pensata. Tutto il concerto è cesellato come una miniatura, elegante e spiritoso – così come i tre bis, rimarcando la prima donna, in Art is Calling for Me da The Enchantress, passando per un Cupido di Offenbach dall'Orfeo all'inferno e salutando con Il Bacio di Luigi Arditi.

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