L'anima acustica di Lingua Madre

L'edizione 2010 inaugura a Torino con l'Acoustic Night di Beppe Gambetta

Mike Marshall, Darrell Scott, Patty Larkin, Beppe Gambetta, Tony McManus e Bruce Molsky (foto v.b.)
Mike Marshall, Darrell Scott, Patty Larkin, Beppe Gambetta, Tony McManus e Bruce Molsky (foto v.b.)
Recensione
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FolkClub - Lingua Madre Torino
04 Maggio 2010
Lingua Madre e FolkClub si incontrano ormai da tempo sui terreni comuni dell’oralità e della riscoperta delle tradizioni calate nel contemporaneo. Nei giorni del Salone del Libro di Torino saranno di scena al Lingotto il Napoli Arab Style con Pietrarsa e il tunisino Marzuk Mejri (giovedì 13), Franca Masu (domenica 16) e Shashank Subramaniam & Neyveli Venkatesh (lunedì 17). Quest’anno inoltre la collaborazione sconfina dal Lingotto per il live di Iva Bittova, il 6 al FolkClub, oltre all’Acoustic Night di Beppe Gambetta che ha inaugurato l’edizione 2010. Parlando dell’ultimo disco di Beppe Gambetta, avevamo definito il suo un “virtuosismo dal volto umano”, mai autoreferenziale, personale e profondamente empatico. Sarebbe difficile isolare l’aspetto umano da un’invenzione come l’Acoustic Night: per eventi come questo vale l’adagio folk per cui saremmo definiti anche e soprattutto dalle persone con cui ci accompagnamo. Per la decima edizione della sua notte acustica, il chitarrista genovese pesca come sempre dall’indirizzario dei suoi amici, stimolando incontri inediti, consolidando collaborazioni già avviate e portando in Italia nomi lontani dai circuiti abituali. Il cast prevede «il profeta della chitarra celtica» Tony McManus, la cantautrice bostoniana Patty Larkin, il violinista newyorkese Bruce Molsky (esperto di musica appalachiana), Mike Marshall, mandolinista di San Francisco e Darrell Scott, singer-songwriter da Nashville al momento in tour con Robert Plant. Oltre alla anomala umanità di un progetto che sulla carta rischierebbe di essere una muscolare esibizione di talenti, non si può non rimanere piacevolmente stupiti dalla leggerezza con cui si completano gusti e specialità dei partecipanti: la “lingua madre” è la musica acustica di matrice anglosassone, terreno di formazione dello stesso Gambetta, ma i dialetti e gli accenti sono molti: reel irlandesi, bluegrass, musette, canzone americana, Africa, il “Mediterraneo” secondo De André, Sergio Endrigo (“Madame Guitar” in versione bilingue), Pete Seeger, Bob Dylan (il bis con “Romance in Durango”), oltre al repertorio dei singoli artisti.

Interpreti: Mike Marshall: mandolino, Darrell Scott: chitarra e voce, Patty Larkin: chitarra e voce, Beppe Gambetta: chitarra e voce, Tony McManus: chitarra, Bruce Molsky: violino e voce

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