La festa di Alcina

Roma: Un'opera tratta dall'Orlando furioso a 500 anni dalla prima edizione del poema ariostesco

Recensione
classica
Oratorio del Gonfalone Roma
10 Novembre 2016
Francesca Caccini - figlia di Giulio Caccini, uno degli "inventori" dell'opera insieme a Cavalieri e Peri, tutti e tre romani - ebbe un ruolo importante negli anni dello sviluppo del recitar cantando e della monodia accompagnata, come cantante e anche come liutista e clavicembalista, ma di questa sua attività nulla resta. Fu anche compositrice - in quegli anni ce n'erano diverse, poi più nessuna per qualche secolo - e di questo danno testimonianza i suoi pochi ma importanti lavori sopravvissuti. Tra questi il più noto - relativamente - è "La liberazione di Ruggero dall'isola di Alcina", rappresentato nel 1625 in onore dell'arrivo a Firenze di Ladislao Sigismondo, principe ereditario di Polonia e Svezia, che allora era come dire la luna, più o meno. Già, ma di che si tratta? Talora se ne parla come di un'opera, ma nel 1625 - nonostante fossero passati venticinque anni dall' "Eurdice" fiorentina - l'opera ancora non era un genere stabilizzato, non aveva nemmeno un nome. Erano anni felici, poiché si potevano sperimentare forme sempre diverse di teatro musicale e chiamarle come si voleva. Così "La liberazione di Ruggero dall'isola di Alcina" non è un'opera ma un "balletto". Cercando di capire noi stessi e di far capire agli altri, possiamo definirlo uno spettacolo multimediale, cui contribuivano sullo stesso piano d'importanza parole, musica, scene, costumi, coreografia, ecc. Ma si direbbe che il vero piatto forte della festa fossero i balletti, che costellavano l'opera e ne erano l'apice, infatti tutto sfociava in un grande balletto finale, prima maschile, poi femminile, poi equestre, con svariate decine di cavalieri divisi in quattro gruppi con costumi di quattro colori diversi ma tutti con elmi dorati ornati di piume. Wow! Ovviamente oggi è impensabile riproporre uno spettacolo del genere nella veste originale, per problemi di organizzazione e di costi. Comunque non sarebbe più possibile, perché non è rimasta la musica originale dei balletti, che con ogni probabilità non era stata composta dalla Caccini. Venendo all'esecuzione che si è ascoltata a Roma nello splendido Oratorio del Gonfalone, i balli sono stati sostituiti da musiche di danza dell'epoca, molto brevi, perché, non essendoci più l'apparato coreografico e scenico, non avrebbe avuto senso dilatare lo spettacolo fino alle svariate ore che durò nel 1625. Invece si è ascoltata quasi integralmente, tranne pochi tagli, la musica di Francesca Caccini, che consiste di molto "recitar cantando" - che al'epoca si era arricchito di numerose fiorettature ma si era impoverito nell'espressione - e di alcune "mezz'arie". Pur senza minimamente condividere le esagerazioni di un autorevole studioso che ha paragonato la Caccini addirittura a Monteverdi, si deve tuttavia riconoscere che "La liberazione di Ruggero dall'isola di Alcina" è qualcosa di più di una curiostà musicologica e ha una sostanziosa qualità musicale. Non si può negare che alcune pagine siano convenzionali, d'altronde l'autrice non poteva non tener conto che si trattava di una festa cortigiana, ma altre, soprattutto quelle più "affettuose", conservano ancora oggi una non trascurabile carica drammatica. Pensiamo in particolare al personaggio di Alcina, donna e maga, che di volta in volta esprime amore, sensualità, dolore, ira, disperazione. Alessandra Borin l'ha resa con grande intensità, ma senza alcun eccesso e sempre con sorvegliattissima proprietà stilistica. Erano di buon livello anche gli altri solisti, tra cui Riccardo Primitivo (Prologo e Ruggero), Marcella Foranna (Melissa), Nadia Pagliara (Nunzia), Eleonora Aleotti (Sirena) e ancora Andrea Romeo e Roberto Mattioni. Lorenzo Tozzi, guidato dalla sua sapienza di musicologo, presiedeva con attenzione all'esecuzione, sedendo al cembalo e all'organo e dirigendo il Romabarocca Ensemble.

Note: Gran parte delle danze sono state tratte dal volume Il Ballo del Granduca (1972) di Warren Kirkendale

Orchestra: Romabarocca Ensemble

Direttore: Lorenzo Tozzi

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