Il ritorno di un raro Haydn

Per il bicentenario di Haydn, a Santa Cecilia è stato proposto un capolavoro dimenticato.

Recensione
classica
Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Franz Joseph Haydn
17 Maggio 2009
Senza averlo mai ascoltato prima, s'immaginava che il rarissimo Ritorno di Tobia fosse un lavoro d'apprendistato, invece Haydn aveva già quarantatre anni - allora significava essere quasi alle soglie della vecchiaia - ed era autore di sinfonie e quartetti che basterebbero ad assicurargli un posto fondamentale nella storia. Anche in questo oratorio si riconosce l'impronta del grande compositore. Arie magnifiche, apparentemente nel solito schema col da capo ma in realtà con le dimensioni e gli sviluppi d'un primo tempo di sinfonia. Recitativi - quasi tutti accompagnati e talvolta culminanti in ariosi - accostabili a quelli di Gluck, ma meno atteggiati e più duttili. Cori che non sfigurano accanto a quelli di Haendel, cui infatti i viennesi del tempo li paragonarono. Ma anche una certa mancanza dei tempi giusti, che si traduce in carenza di drammaticità e perfino in una sensazione di prolissità. La responsabilità è del libretto che non corrisponde alle necessità di un musicista così geniale: è la solita scipita serie di recitativi e arie e toglie sapore al libro biblico di Tobia, che sembra un romanzo alessandrino (infatti è quella l'epoca in cui fu scritto) con viaggi, avventure, mostri, pericoli, esseri soprannaturali, prodigi, amori. Quindi si giustifica la decisione di Fabio Biondi di puntare sui valori puramente musicali, rinunciando in partenza agli effettivamente scarsi valori drammatici. In quest'occasione dirigeva i complessi di Santa Cecilia, una scelta giusta per mettere in rilievo lo splendore dei cori e la magistrale, luminosa e equilibrata orchestrazione di tipo sinfonico. Solisti complessivamente adeguati con una speciale citazione per la splendida Ann Hallenberg e Maria Grazia Schiavo. Successo sorprendente, data la scarsa popolarità di questa proposta.

Note: repliche lunedì 18 e martedì 19 maggio

Interpreti: Valentina Farcas e Maria Grazia Schiavo, soprani; Ann Hallenberg, contralto; Bernard Richter, tenore; Johannes Wieser, basso

Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore: Fabio Biondi

Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Filippo Maria Bressan

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione