Il leone stanco

James "Blood" Ulmer chiude la bella edizione di Udin&Jazz 2010

Recensione
jazz
Udine Jazz Udine
19 Giugno 2010
In diverse fasi storiche della recente free-music, sembrava che il ruolo del chitarrista James Blood Ulmer potesse diventare fondamentale per tracciare nuove vie espressive. Le folgoranti esperienze accanto a Ornette Coleman, le molteplici edizioni del suo Music Revelation Ensemble, le recenti riflessioni sul blues arcaico: Ulmer si è sempre distinto come solista avventuroso, legato alla tradizione ma in grado di reinventare una grammatica per la chitarra elettrica. L’unica apparizione italiana del suo tour, promossa con orgoglio da Euritmica nell’ambito di Udin&Jazz 2010 ha trovato il vecchio leone un po’ stanco, ripiegato su una formula poco stimolante. Ulmer guida la Odyssey Band, un trio che affianca il cellista Muneer Fennell ed il batterista Doug Hammond (che Steve Coleman indica come suo indiscusso maestro). Una formazione che riassume il linguaggio grezzo di Ulmer, legato da una parte al free-funk storico, dall’altra al blues vocale, riepilogandone i tratti senza aggiungere quel piglio passionale, ruvido, che ci si poteva attendere. Ospitati nell’incantevole chiesa di S. Francesco, i tre musicisti hanno in sostanza offerto una performance normale, con un prologo di notevole spessore (la nota “Revealing”) e uno sviluppo un po’ asettico, dove le improvvisazione trattenute e imbronciate del leader non hanno saputo accendere particolari scintille. Lontane le intuizioni “colemaniane”, James Blood Ulmer ha messo da parte anche le recenti belle prove blues, sorrette dalla produzione di Vernon Reid. La piacevolezza d’insieme non è riuscita a nascondere una routine di fondo. Il festival a Udine ha comunque raccolto un ottimo pubblico, offrendo molte esibizioni di artisti italiani (Cojaniz-Bearzatti, D’Andrea, De Mattia, Pagnutti, Nada con M.Zamboni, tra gli altri) e un’importante iniziativa sul ritorno degli Area: prima una serata-tributo per Demetrio Stratos, curata da Neri Pollastri, poi il concerto dei ritrovati Fariselli, Tofani e Tavolazzi, coadiuvati alla batteria da U.T.Ghandi.

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