Il finale di Ambronay

Applausi per Vincent Dumestre all'ultimo fine settimana del Festival

Poème Harmonique Festival d'Ambronay
Poème Harmonique
Recensione
classica
Ambronay
Festival d'Ambronay
04 Ottobre 2017 - 07 Ottobre 2017

Il quarto e ultimo fine settimana del Festival di Ambronay è stato quello più lungo per via dei due concerti "fuori le mura" che si sono svolti nel territorio del dipartimento dell'Ain; il primo l'opera pop Saga, rappresentata mercoledì 4 ottobre al Théatre de Bourg-en-Bresse, e il secondo il giorno seguente nella Chiesa di Lagnie con l'ensemble portoghese Capella Sanctae Crucis che ha eseguito musica sacra della scuola di Coimbra. I concerti nella Abbazia sono ripresi venerdì sera con un originale spettacolo di Jean-François Zygel, pianista, compositore e conduttore televisivo e radiofonico di programmi musicali, che immaginando come in sogno di potere assistere al proprio funerale ha selezionato in collaborazione con Nicole Corti, direttrice dell’ensemble vocale lionese Spirito, le musiche di Un Requiem Imaginaire. Presentato dal musicista come un viaggio musicale attraverso cinque secoli, con musiche di dieci compositori su testi in cinque lingue differenti, è iniziato da un frammento di Lux aeterna di Ligeti, seguito da un passaggio del Requiem di Mozart, e via di seguito con frammenti di opere di Bach, Rachmaninov, Purcell, Stravinski ed altri adattati per sole voci e legati fra loro da improvvisazioni dell’autore al pianoforte.

Ma l’attività musicale del cuore pulsante del Festival, l’Abbazia di Ambronay, si è notevolmente intensificata tra sabato e domenica perché ai suoi concerti si sono aggiunti anche quelli della quarta edizione del Festival Eeemerging, la rassegna dedicata ai giovani gruppi che usufruiscono del supporto del programma della UE Emerging European Ensembles verso la fine del loro primo anno di tutorato. Questi concerti aperti al pubblico rappresentano una sorta di esame da parte della giuria dei sette partner del progetto, di cui fanno parte prevalentemente festival e centri di formazione musicale, che valutando l’interesse dei programmi presentati, la qualità della esecuzione, la capacità di comunicazione e le modalità di presentazione, consente a quattro gruppi su sei di accedere al secondo anno di sostegno. Di questi quattro poi solo due potranno accedere al terzo e ultimo anno di tutorato, in modo tale che non siano mai più di dodici gli ensemble che annualmente usufruiscono di questa opportunità di avvio verso la carriera musicale, fatta attraverso stage che si svolgono in diversi paesi e che abbracciano tutti gli aspetti del mestiere, compresi quelli amministrativi e promozionali. Anche il pubblico è stato chiamato ad esprimersi per indicare con una votazione due gruppi preferiti, anche se questa non incide in nessun modo sulla selezione effettuata dai partner del programma europeo, ma c’è stata una convergenza nei loro giudizi perché entrambi hanno individuato nelle performance di La Vaghezza e di Concerto di Margherita le proposte e i risultati più convincenti e promettenti. Il primo ensemble che ha eseguito sonate di Biber, Vivaldi e Bach si è formato durante la Académie Baroque Européenne del 2015 diretta da Enrico Onofri, mentre il secondo si è costituito a Basilea e ha presentato una selezione di madrigali intonati da ciascun interprete sia con la voce che con uno strumento storico. In base alla selezione compiuta dal comitato di valutazione anche Il Quadro Animato e 4 Times Baroque potranno continuare il loro percorso di apprendistato professionale, mentre Castello Consort e Continuu-m lo concluderanno entro la fine di quest’anno.

La lunga storia del Festival di Ambronay, e quella della sua Accademia Barocca hanno progressivamente reso il centro culturale abbaziale un luogo di eccellenza per la conoscenza e la pratica della musica antica, e molti musicisti importanti hanno partecipato da giovani alle sue attività. È il caso di Vincent Dumestre, liutista e direttore dell’ensemble Poème Harmonique, che negli anni della sua formazione ha frequentato l’Accademia Barocca e ora dopo molti anni è tornato ad Ambronay presentando un concerto indimenticabile, frutto di un lavoro di ricerca e di studio dal risultato straordinario. L’esecuzione de Il terremoto, la rappresentazione sacra scritta da Antonio Draghi per la corte di Vienna nel 1682 e dedicata alla imperatrice Eleonora, è stata una vera e propria rivelazione per la qualità e l’intensità della musica del compositore originario di Rimini che dopo essere stato cantore nella Basilica di Sant’Antonio di Padova entrò al servizio della corte asburgica, che per testimoniare la propria profonda devozione cattolica promosse e incentivò la creazione di questo tipo di opere sacre da eseguire il Giovedì Santo davanti ai simboli della croce e del sepolcro di Gesù. La rappresentazione costituita da un atto unico e suddivisa in otto scene è basata sulla narrazione del Vangelo secondo Matteo, ma è arricchita di considerazioni e commenti sulla natura prodigiosa dell’evento tellurico scatenatosi con la morte di Gesù affidate ai personaggi del Lume di Scienza e del Lume di Fede, che nelle ultime tre scene partecipano al dialogo fra i personaggi principali, La Beata Vergine, Maria Maddalena e San Giovanni, e quelli secondari dello Scriba, del Fariseo e del Centurione.

Nonostante la semplicità del libretto in italiano, forse dello stesso Draghi, che ricorda in certi tratti la pietà popolare per la schiettezza e l’immediatezza del suo registro linguistico, grazie anche alla sapiente direzione musicale di Dumestre, e al fluire di brevi dolci e talora struggenti arie, con recitativi e ariosi derivati dalla scuola veneziana, la tensione drammaturgica non si è mai allentata lasciando crescere il pathos fino alla fine, quando dopo l’intensa espressione dello sgomento e del dolore della Vergine, di Maddalena e di Giovanni, Scienza e Fede intimando ai peccatori di tremare e temere li hanno ammoniti ricordando nella battuta conclusiva che presto saranno anche loro terra, come quella che ha tremato.

Dopo la commovente e incisiva esecuzione dell’opera sacra di Draghi di sabato sera, Dumestre, con una parte degli strumentisti di Le Poème Harmonique e con il mimo Stefano Amori, nel quadro delle attività domenicali rivolte alle famiglie e in special modo ai bambini ha presentato uno spettacolo pomeridiano pieno di humor e di poesia intitolato La Mécanique de la Générale che ha divertito e incantato anche gli adulti. A seguire la conclusione vivaldiana del Festival affidata a La Voce Strumentale, l’ensemble diretto dal poliedrico Dmitry Sinkovsky che dopo aver interpretato a modo suo le Quattro stagioni, si è cimentato con l’impegnativa cantata “Cessate, omai cessate” nel ruolo di controtenore, per poi tornare al violino barocco con il Concerto per liuto, soavemente interpretato da Luca Pianca, e il Concerto per violino in re minore “Per Pisendel”. Rispondendo generosamente agli interminabili applausi con quattro bis, l’artista russo si è lanciato nelle variazioni su La Follia, ripetendo poi due movimenti delle stagioni vivaldiane tra le quali ha intonato l’aria “Dove sei, amato bene” dalla Rodelinda di Handel.

Alla fine del Festival nessuno sembrava volere andare via da questo luogo speciale per la calorosa accoglienza, per la cura e la passione nella promozione della cultura musicale, e per l’attenzione verso i giovani talenti musicali e verso il pubblico di tutte le età. Sia il concerto di La Voce Strumentale che quelli dei quattro giovani ensemble si possono ascoltare e vedere su Culturebox, o attraverso il sito del Centre Culturel de Recontre d’Ambronay

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