Gianni Schicchi, debutto debole per Opera Studio

Non mantiene per ora le sue promesse il progetto di formazione professionale del Maggio Musicale Fiorentino: scialbo debutto con "Gianni Schicchi", compromesso dal forfait di Rolando Panerai e abbinato al "Pulcinella" di Stravinskij in forma di concerto. Sul podio Nir Kabaretti, sempre bella la scena di Mario Garbuglia per il capolavoro comico pucciniano.

Recensione
classica
Teatro Comunale di Firenze Firenze
Giacomo Puccini
10 Gennaio 2003
In tempi in cui la gloria del gran padre Dante sfolgora persino in televisione, un "Gianni Schicchi" dovrebbe riuscir piu' gradito che mai; specie per il pubblico di Firenze, dove ebbe a succedere, nel Duecento, questa bizzarra ma realmente accaduta vicenda che il vate fiorentino chiuse nel nodo misterioso di una terzina o poco piu' ("come l'altro che la' sen va, sostenne, per guadagnar la donna della torma, falsificare in se' Buoso Donati, testando e dando al testamento norma", Inferno, XXX canto), provvidenzialmente spiegata gia' nel Trecento dai primi commentatori fiorentini della "Commedia". Si ricordera' che il capolavoro comico di Giacomo Puccini, sul libretto di Giovacchino Forzano che elabora questo remoto spunto dantesco, si conclude con l'apostrofe al pubblico, in cui il protagonista chiede se i quattrini di Buoso Donati che Schicchi con il suo raggiro ha fatto suoi "potevan finir meglio di cosi'", ed e' una domanda retorica. Ma forse se si fosse fatta al pubblico della Pergola una domanda simile a proposito delle risorse investite in questo "Opera Studio", il progetto di formazione professionale per giovani cantanti targato Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, la risposta sarebbe stata un po' diversa perche' certe fragilita' di fondo non possono essere giustificate con la consueta e dovuta indulgenza nei confronti di chi debutta. A questo "Schicchi" era abbinato in apertura il "Pulcinella" di Stravinskij in forma di concerto, nella versione originale del balletto del 1920 in diciotto numeri, audacemente scelto - quasi non si sapesse che partitura dannatamente difficile e' il "Pulcinella" - per far figurare sotto la bacchetta di Nir Kabaretti l'orchestra Maggioarte (anche questa una compagine giovanile nata sotto lo stesso capitolo della formazione professionale), e per fornire altri tre ruoli canori (Gianluca Pasolini, tenore, Yayoi Toriki, soprano, Luigi De Donato, basso); ma il risultato, oltre a mancare completamente della lucida, ironica, smagliante aggressivita' che ne costituirebbe la cifra, era spesso molto malcerto e imbarazzato anche sul piano tecnico, non diremmo del tutto per colpa dei giovani di Maggioarte. Nello "Schicchi" restava la piacevole regia a suo tempo firmata da Mario Monicelli e ripresa anche stavolta da Franco Barlozzetti (purtroppo con meno lucidita' che in alcune riproposte precedenti), inquadrata nella bella scena di Mario Garbuglia, che suggerisce con la sua casa-torre circondata da vicoli angusti la Firenze arroccata in cui la "gente nuova" come Gianni Schicchi tenta di farsi largo. Ma il piu' che veterano Rolando Panerai, che avrebbe dovuto essere uno Schicchi capace di trainare con la sua esperienza e il suo senso del teatro i giovani di Opera Studio, ha dato forfait, ed e' stato sostituito da Michele Porcelli, Schicchi ruvido ma non per questo efficace e per tutta l'esecuzione alle prese con nodi e groppi faticosamente aggirati; l'assenza di Panerai sembrava condizionare negativamente tutto il cast. Ricordiamo per piacevolezza e professionalita' solamente Nella e Ciesca, Maria Letizia Grosselli e Julia Halfar. Successo molto tiepido e per il Teatro del Maggio l'urgenza di rivedere in generale un progetto di formazione che sta dando risultati al di sotto delle aspettative.

Interpreti: Pulcinella: Soprano: Yayoi Toriki; Tenore: Gianluca Pasolini; Basso: Luigi De Donato (in forma di concerto, versione integrale). Gianni Schicchi: Gianni Schicchi: Michele Porcelli; Lauretta: Chiara Panacci; Zita: Gianna Racamato; Rinuccio: Filippo Adami; Gherardo: Gianluca Pasolini; Nella: Maria Letizia Grosselli; Gherardino: Federico Cecchetti; Betto di Signa: Walter Minichino; Simone: Calogero Andolina; Marco: Vito Priante; La Ciesca: Julia Halfar; Maestro Spinelloccio: Matteo Ferrara; Ser Amantio di Nicolao: Luigi De Donato; Pinellino: Sang Hee Kim; Guccio: Matteo Ferrara

Regia: Mario Monicelli ripresa da: Franco Barlozzetti

Scene: Mario Garbuglia

Orchestra: Orchestra Mimesis MaggioArte

Direttore: Nir Kabaretti

Coro: Allievi del Corso di canto OperaStudio

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