Frammenti di Boris

L'ultimo nuovo allestimento della stagione della Staatsoper di Vienna è un Boris Godunow inedito, costruito combinando due versioni dell'opera. È una produzione di ampio respiro, a volte monotona, a causa di una regia statica e poco differenziata. Il Boris di Furlanetto è costruito più sul belcanto più che sulla drammaticità. Ottimi alcuni degli interpreti secondari.

Recensione
classica
Staatsoper Vienna
Modest Musorgskij
01 Giugno 2007
Quello di Vienna è un Boris mai ascoltato, costruito combinando la versione originale e quella di Lamm (un distillato tratto dalle innumerevoli varianti di Mussorgskij). Un miscuglio, secondo Gatti e Kokkos, che evidenzia come il compositore volesse portare avanti la vicenda con incessante drammaticità, in visione quasi teleologica. Più che indirizzare lo svolgersi degli eventi verso una meta, però, la regia propone quadri statici e, nell'assenza di differenziazione, spesso frammentati e privi di identità. La scena è neutra, non si identificano precise epoche storiche, come a voler sottolineare attraverso i circoli viziosi del potere, i ricorsi della storia. I costumi sono un misto di fasto e mercato delle pulci, un dettaglio di forte effetto soprattutto nelle scene di massa corali. Furlanetto è un Boris peculiare, quasi buono. Più che concentrare l'interpretazione sullo scandaglio delle contraddizioni del personaggio, il suo Boris si sorregge sull'estetica del belcanto. Ottimi alcuni degli interpreti secondari: per la loro efficace caratterizzazione, il folle di Heinz Zednik e il Rangoni di Falk Struckmann funzionano quasi come piccole opere nell'opera. La lettura di Gatti, anche se la sua partitura è stata da molti criticata e giudicata illegittima (cosi come gli Zar dell'opera), è il collante che salva la produzione e che riesce a dare un'idea di quale assunto di poetica si celi dietro le scelte controverse di questo allestimento. Gatti crea un grande arco drammatico e lo caratterizza all'interno delle singole scene secondo il principio della varietà nell'unità. Il suo gesto è di perpetua tensione, con accenni che potrebbero sembrare esagerati, ma il materiale musicale è sempre presentato in funzione narrativa.

Interpreti: Boris Godunov: Ferruccio Furlanetto Fjodor: Michaela Selinger Xenia: Laura Tatulescu Amme: Margareta Hintermeier Schuiskij: Jorma Silvasti Andreej Schtschelkalow: Adrian Eröd Pimen: Robert Holl Grigori Otrepjew: Marian Talaba Marina Mnischek: Nadia Krasteva Warlaam: Ain Anger Missail: Peter Jelosits Schenkenwirtin: Janina Baechle Hauptmann: Alfred ?ramek Gottesnarr: Heinz Zednik Nikititsch: Alexandru Moisiuc Leibbojar: Lowitzki: Marcus Pelz Tschernjakowski: Johannes Wiedecke Rangoni: Falk Struckmann Chruschtschow: Mitjuch: Clemens Unterreiner

Regia: Yannis Kokkos

Scene: Yannis Kokkos

Direttore: Daniele Gatti

Maestro Coro: Thomas Lang

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