Da Goldoni a Altieri

A Catania il raro intermezzo "L'amante burlato”

Recensione
classica
Teatro Massimo V. Bellini Catania
Paolo Altieri
31 Maggio 2017
Travagliato da note vicende giudiziarie, l’Istituto Bellini di Catania si propone nel cartellone del Teatro Massimo Bellini con una produzione fresca ed interessante, dedicata a una rara partitura di teatro musicale dalla Sicilia orientale del secondo ‘700: L’amante burlato è un intermezzo in due parti (libretto da Goldoni) di Paolo Altieri, formatosi a Napoli e poi attivo a Noto per circa mezzo secolo, fino al 1820. Salvatore Carchiolo, che ha indagato il musicista e ha curato l’edizione dell’intermezzo, lo colloca preferibilmente al 1769 anziché al 1794 (son le date presenti sul manoscritto), e in effetti il lavoro mostrerebbe con la prima data una maggiore coerenza stilistica, oltreché un elegante artigianato e un solido gusto - tutt’altro che periferici - nel maneggiare le figure tipiche del lessico galante; le arie sono formalmente varie, e alcune di pregio musicale, soprattutto quelle dedicate alla coppia Belarina-Florindo (la giovane e il conte amanti, pronti a burlarsi – con la madre di lei, Volpiciona – dello spasimante Tascadoro, un buffo ‘villan rifatto’). Se si considera che quasi tutti gli esecutori sono studenti dell’Istituto, l’operazione può dirsi ampiamente riuscita, a partire dalla generosa prova della giovanissima orchestra barocca – in costume e in scena – guidata da Carchiolo al cembalo e dalla spalla Carla Marotta. Encomiabili anche gli interpreti vocali, fatti agire da Giovanni Grasso: tra i quattro, un paio sono più avanti nella formazione (la vocalità sicura e ben misurata di Claudia Ceraulo, la plasticità comica e verbale di Graziano D’Urso), ma pure Margherita Aiello (forse in un ruolo di vocalità non sua, ma sempre convincente nei recitativi) e Ausilia Arrigo (che ha cantato con precisione le proprie arie) hanno dato lodevolmente il meglio.

Note: foto Giacomo Orlando

Interpreti: Margherita Aiello (Belarina) Graziano D'Urso (Tascadoro) Claudia Ceraulo (Volpiciona) Ausilia Arrigo (conte Florindo)

Regia: Giovanni Grasso (assistenti: Carmelo Maucieri, Valentina Bauso; suggeritore: Manuela Infalletta))

Costumi: Rosy Bellomia (assistente:Margherita Melania Aiello; sarta: Schiley Campisi)

Orchestra: Orchestra barocca dell'Istituto 'V. Bellini' di Catania

Direttore: Salvatore Carchiolo (maestro di concerto: Carla Marotta; maestro collaboratore: Giulia Russo)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre

classica

Napoli: il tenore da Cavalli a Provenzale

classica

A Bologna l’opera di Verdi in un nuovo allestimento di Jacopo Gassman, al debutto nella regia lirica, con la direzione di Daniel Oren