Con Grétry, l'Opera di Versailles ritrova il suo pubblico

"L'amant jaloux" di Grétry è stato scelto per l'inaugurazione dell'Opéra di Versailles.

Foto DR / P. Grosbois
Foto DR / P. Grosbois
Recensione
classica
Théathre Royale de Versailles Versailles
André Ernest Modeste Grétry
21 Novembre 2009
Il castello di Versailles ha ritrovato, dopo anni di restauro, il suo teatro. Quello di Maria-Antonietta. E proprio uno degli autori prediletti della sovrana è stato scelto per l'opera dell'inaugurazione: "L'amant jaloux" di Grétry (1778). La scelta del titolo non ha nulla di casuale perché s'inserisce nella scelta del Centre de musique baroque di consacrare quest'anno proprio a Grétry le tradizionali "Journées". Dopo una splendida produzione di una tragédie lyrique - "Andromaque" - al Théâtre des Champs-Elysées, è toccato questa volta ad un opéra comique di salire sul palco. Elogiato dai contemporanei, "L'amant jaloux" ha alcune pagine interessanti: specie i pezzi d'insieme dove si fa sentire il debito del compositore verso l'opera buffa. Però ad ogni produzione si ripropone il medesimo problema: un opéra comique francese si appoggia sull'alternanza di sezioni cantate e parlate; e trovare oggi cantanti che siano pure bravi attori non è facile. E dove pescare bravi interpreti pronti a memorizzare un ruolo con tanto dialogo, sapendo di non poterlo poi riprendere? Risultato: il cast è solitamente leggerino. Rendiamo però omaggio alla agilità di Magali Leger (Léonore) e alla gradevolezza timbrica di Claire Debono (Isabelle). Convincenti pure i due spasimanti: Frédéric Antoun (Florival) e Brad Cooper (Don Alonze). Quest'ultimo ha fatto del suo meglio con il suo accento, implacabilmente australiano. La regia assai incolore di Pierre-Emmanuel Rousseau: né disturba né abbellisce. Nella fossa ritroviamo un'orchestra (Le cercle de l'harmonie) e un direttore (Jérémie Rhorer), già autorevoli. Perfettamente a loro agio con lo stile di Grétry, hanno saputo valorizzare le parti strumentali non sempre facili specie per i fiati. Peccato che l'acustica soffochi poi i dettagli.

Interpreti: Magali Léger (Léonore), Claire Debono (Isabelle), Maryline Fallot (Jacinte), Frédéric Antoun (Florival) Brad Cooper (Don Alonze), Vincent (Billier) Lopez.

Regia: Pierre-Emmanuel Rousseau

Scene: Thibault Welchlin

Costumi: Pierre-Emmanuel Rousseau e Claudine Grauland

Orchestra: Le cercle de l'harmonie

Direttore: Jérémie Rhorer

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