Cinquant'anni fa a Marienbad

I 50 anni del teatro bavarese sono stati festeggiati con una bella regia psicoanalitica

Recensione
classica
Bayerische Staatsoper Monaco
Richard Strauss
28 Novembre 2013
L’imperatrice è una "donna senz’ombra“ perché non ha figli, e perciò suo marito morirà, se entro tre giorni lei non rimarrà incinta. Per rimediare la nutrice suggerisce di appropriarsi dell’ombra di un’altra donna, ovvero la moglie insoddisfatta del tintore Barak, facendole balenare davanti agi e ricchezze, in cambio dell’ombra. Ma alla fine l’imperatrice rifiuta di basare la propria felicità sull’infelicità altrui: perciò ella viene perdonata e le coppie in crisi si ricongiungono nel giubilo finale. Warlikowski ambienta il tutto in una tintoria-laundrette nei sotterranei di una clinica, ambiente sdoppiato nell’albergo del film "L’anno scorso a Marienbad" di Resnais, richiamato nei video di Denis Guéguin: e il gioco di rimandi funziona, perché la trasposizione negli anni del boom economico contrappone bene le due donne antagoniste, vittime entrambe, che alla fin fine si riscattano. Lo spettacolo si giova di due cantanti eccezionali, assai adatte per peso vocale e bellezza di timbro alle loro parti-monstre, mentre a Deborah Polaski manca qualcosa nel registro grave per essere un vero mezzosoprano, come la parte richiederebbe. Johan Botha e soprattutto Wolfgang Koch hanno ben sostenuto i ruoli principali maschili. Dalla pletora di ruoli minori emerge l’imponente Sebastian Holecek, mentre una lode speciale spetta ai bambini del Kinderchor della Bayerische Staatsoper, teatro che parrebbe in ottime mani, ora che è diretto da Petrenko. Egli non si è fatto tentare dal gusto delle deflagrazioni orchestrali, puntando essenzialmente sul lirismo: ma Sawallisch al festival di Monaco del 1988, Solti a Salisburgo (1992) e Sinopoli a Vienna (1999) riuscirono a elettrizzare ancora di più con l’orchestra... Successo trionfale, soprattutto per la Pieczonka e la Pankratova.

Note: Libretto originale di Hugo von Hofmannsthal. Prima rappresentazione: 10 ottobre 1919, Wiener Staatsoper (Vienna), direttore Franz Schalk

Interpreti: Johan Botha: Der Kaiser (L’imperatore) Adrianne Pieczonka: Die Kaiserin (L’imperatrice) Deborah Polaski: Die Amme (La nutrice) Sebastian Holecek: Der Geisterbote (Il messo degli spiriti) Wolfgang Koch: Barak, der Färber (Barak il tintore) Elena Pankratova: Die Färberin (La moglie del tintore) Tim Kuypers: Der Einäugige (Il fratello con un occhio solo) Christian Rieger: Der Einarmige (Il fratello con un solo braccio) Matthew Peña: Der Bucklige (Il fratello gobbo)

Regia: Krzysztof Warlikowski

Scene: Malgorzata Szczesniak

Costumi: Malgorzata Szczesniak

Coreografo: Claude Bardouil

Orchestra: Bayerisches Staatsorchester

Direttore: Kirill Petrenko

Coro: Chor der Bayerischen Staatsoper

Maestro Coro: Sören Eckhoff

Luci: Felice Ross

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Nuova opera sul dramma dell’emigrazione