Bosso per Culatello & Jazz

Successo per la decima edizione del festival di Roccabianca, con Fabrizio Bosso e i Blue Moka

Blue Moka Fabrizio Bosso
Recensione
jazz
Roccabianca (PR)
Culatello & Jazz 2018
07 Settembre 2018

Da ormai dieci anni tra le mura del castello di Roccabianca il primo venerdì di settembre si celebra il rito che unisce un simbolo della tradizione culinaria parmense come il culatello, alla passione dei promotori dell’iniziativa (Giuseppe Scaltriti e Claudio Melucci di Spirito Verdiano in primis, oltre all’associazione Castello Eventi) per il jazz.

Aperto dal piacevole intervento musicale di Elisa Aramonte (voce), Giovanni Ghizzani (piano) e Kim Baiunco (contrabbasso), complice il tempo incerto l’evento, solitamente en plein air, si è svolto tra le sale affrescate del maniero medioevale, dove è stata servita la cena preparata dagli chef Massimo e Luciano Spigaroli, e il teatro Arena del Sole, posto a breve distanza dalla rocca, dove si è tenuto il concerto di Fabrizio Bosso con i Blue Moka, formazione che torna per la seconda volta protagonista di questa manifestazione. Una soluzione che, se ha mitigato il fascino di un colloquio tra arte culinaria e arte musicale che, nella dimensione all’aperto, si sviluppava senza soluzione di continuità, ha dato modo di seguire il concerto finale in una dimensione forse più consona alla qualità della proposta.

Sul palcoscenico del teatro, infatti, l’intesa ampiamente rodata del quartetto composto da Alberto Gurrisi (Hammond), Emiliano Vernizzi (sax), Michele Bianchi (chitarra) e Michele Morari (batteria) ha proposto una selezione di brani segnati da un mood dinamico e coinvolgente, che ha permesso da un lato di godere del gusto brillante e immediato racchiuso nei brani originali tratti dal recente disco che porta il nome di questo gruppo, e dall’altro di riascoltare alcuni standard quali “Footprints” e “Brazilian Like” di Shorter e Petrucciani, completati dall’ideale confronto con una triade quale quella formata da Frisell, Carter e Motian attraverso un titolo come “Eighty-One”.

Brano dopo brano, dalla dinamica apertura di “Bacon vs Tofu” fino ad arrivare all’omaggio a Lucio Dalla proposto attraverso una reinterpretazione di “Futura” – forse la rilettura meno efficace della serata – la duttilità dell’interplay espresso dai Blue Moka ha messo in luce la fantasia di fraseggio del sax di Vernizzi, l’originale densità degli interventi di Gurrisi, la brillante fantasia chitarristica di Bianchi e la solida presenza dinamica di Morari, il tutto valorizzato dai dialoghi intessuti con la tromba di Bosso, punto di riferimento costante per una serata di musica dalla piacevolezza coinvolgente.

Tanti e convinti gli applausi da parte di un pubblico che, dal “tutto esaurito” della cena, si è presentato in teatro a ranghi un poco ridotti.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

Usato sicuro e un tocco british per il quarantunesimo Cully Jazz

jazz

Bel successo di pubblico per la prima edizione dello storico festival diretta da Joe Lovano

jazz

Applausi al teatro Bonci di Cesena per il debutto della suite Psycho-Chambers (Prisms #1 #2 #3) della Exploding Star Orchestra