Bizet extra muros

Bizet nell’ultimo concerto di stagione dell’Orchestra di Padova e del Veneto e nel recital dei giovani allievi dell’Académie de l’Opéra national de Parisper il ciclo “Bizet, l’amore ribelle” del Palazzetto Bru Zane 

Bizet, l’amore ribelle
Bizet, l’amore ribelle
Recensione
classica
Padova, Auditorium “Cesare Pollini, Venezia, Auditorium “Lo Squero”,
Bizet, l’amore ribelle
08 Maggio 2025 - 10 Maggio 2025

Bizet, fortissimamente Bizet. La febbre del centocinquantenario dilaga nel Veneto e supera le mura del prezioso palazzetto seicentesco che ospita il Palazzetto Bru Zane. 

A Padova, l’Orchestra di Padova e del Veneto, all’Auditorium “Pollini” per l’ultimo concerto della sua stagione, presentava in collaborazione con il Palazzetto Bru Zane un programma intitolato “Bizet l’italiano”, purtroppo seguito da un pubblico piuttosto scarso. Sul podio della compagine orchestrale veneta, il direttore Jean-Luc Tingaud apriva la serata con l’accattivante Suite n. 1 dalla Carmen, proseguendo con la Sinfonia Roma, sinfonia a programma solo nelle intenzioni del giovane Bizet fresco del Prix de Rome, ma revisionata nell’arco di oltre un decennio fino alla prima esecuzione nel 1870. Tutta francese anche la seconda parte del concerto, che proponeva l’Élégie di Gabriel Fauré nella versione per orchestra ad accompagnare l’intensa espressività e la solida tecnica del violoncellista Xavier Phillips. Concludeva il concerto un’autentica rarità: il Conzertstück per violoncello e orchestra di Eugénie-Émilie Juliette Folville, pianista, violinista, compositrice e direttrice d’orchestra belga, dalla brillante carriera concertistica e docente di pianoforte al Conservatorio Reale di Liegi dal 1897. Definito da un critico “pezzo avvincente, pieno di episodi squisiti e scritto per lo strumento in modo notevole” in occasione della prima esecuzione nel 1905, il Conzertstück – per il virtuosismo richiesto al solista – è stato relativamente popolare fino alla seconda guerra mondiale, per poi cadere nell’oblio fino al recente recupero a cura dei ricercatori del Palazzetto Bru Zane. 

Intanto, a Venezia, il festival “Bizet, l’amore ribelle” del Palazzetto Bru Zane continua e si avvia a conclusione con due concerti che coinvolgono i giovani artisti dell’Académie de l’Opéra national de Paris e dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Il primo, in particolare, grazie alla collaborazione con Asolo Musica, è stato ospitato nell’Auditorium “Lo Squero” dell’Isola di San Giorgio Maggiore. Il programma proposto dai quattro giovani interpreti dell’Académie del massimo teatro lirico parigino attinge soprattutto alla vasta produzione di mélodies del compositore, aperto dalle bizetiane “Rose d’amour” e “Chanson d’avril”, intonate dalla voce brunita del mezzosoprano Amandine Portelli, accompagnata dal pianista Robin Le Bervet. Seguiva l’esotismo iberico di “Nuit d’Espagne” di Jules Massenet.

Ancora esotismo nel duetto fra il soprano Sima Ouahman, la più sicura della giovane compagine, e il tenore Bergsvein Toverud, accompagnati dalla pianista Moeka Ueno, ne “La fuite” di Bizet su testo di Théophile Gautier: vivida rappresentazione dei due amanti Kadidja e Ahmed in fuga dalla famiglia di lei, senza meta né riparo – come il protagonista de “La Chanson du fou” di Bizet, su testo di Victor Hugo, intonata dal baritono Clemens Frank, dal timbro chiaro e appena un po’ acerbo nell’espressione. A lui spettano anche due omaggi alla città che ospita il concerto: “Souvenir de Venise” di Massenet, con i suoi riverberi popolareschi, e la notturna “Venise” di Charles Gounod, con i suoi riflessi spettrali. Ancora Massenet in “Rêvons, c’est l’heure”, con le due voci femminili di Ouahman e Portelli, e ancora Toverud in “Sérénade”, “Après l’hiver” e “À une fleur”, prima del finale dal sapore spagnolesco con “Adieux de l’hôtesse arabe”, dalle sinuose linee orientaleggianti, e i vocalizzi di “Guitare”, entrambe di Bizet, affidate al temperamento di Ouahman. In chiusura di programma, il bolero “El Desdichado” di Saint-Saëns con Portelli, che, in compagnia di Toverud e Frank, concludono il concerto con un frammento dagli esotismi della Djamileh di Bizet. Concerto prezioso, festeggiato dal calore dei numerosi spettatori presenti.

 

 

 


 

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