Acqua, fuoco, terra

Enzo e Lorenzo Mancuso interpretano con originalità e passione il nuovo
misterioso brano di Marco Betta, Simmu acqua

Recensione
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Accademia Filarmonica Romana Roma
09 Gennaio 2011
L’acqua è quella dei versi di Enzo, un’acqua sofferente, che tenta di uscire dalla terra spaccata per arrivare al mare in un viaggio che è solo cammino senza traguardo. Il fuoco è quello della passione, che i due fratelli Mancuso mettono in ogni istante della loro performance, senza risparmiarsi e senza eccedere in protagonismi, come fa chi ha veramente qualcosa da dire. La terra è la Sicilia, luogo d’origine dei Mancuso e di Betta ma anche terra madre mediterranea di tutti noi, luogo della memoria e dei valori che serbiamo nel cuore anche se non ci siamo nati. Questo è Nesci Maria e questo è, a nostro avviso, il motivo del successo dei Mancuso: le loro voci antiche parlano al cuore ancestrale che è in ognuno di noi e ci portano in quel non-luogo che conosciamo bene, a tutte le età e a tutte le latitudini. Simmu acqua, il brano originale di Marco Betta, commissionato dall’Accademia Filarmonica Romana e ascoltato in prima assoluta, non potrebbe essere scritto che per loro, i Mancuso. Voce e strumenti si fondono perfettamente nella scrittura di Betta, in una prospettiva misteriosa e densa, che ha il potere di calarci nel pozzo profondo del nostro io, proprio là dove l’acqua è più scura. La fisarmonica della giovanissima Maria Grazia Convertino ci ha impressionato per la rara intensità e il modo misurato e consapevole di suonare. Il pubblico, fra cui si sono visti compositori e musicisti romani, ha seguito assorto e partecipe la performance rispondendo al fuoco dei Mancuso con il suo caloroso applauso.

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