La Lega per l'unità italiana

Per il centocinquantenario dell'Unità l'opera scritta da Verdi su richiesta di Mazzini

Recensione
classica
Teatro dell'Opera di Roma Roma
Giuseppe Verdi
24 Maggio 2011
Nel 1849 i triumviri della Repubblica Romana - un genovese, un romagnolo e un romano - chiesero al parmense Verdi e al napoletano Cammarano un'opera sulla battaglia di Legnano, per rafforzare lo spirito dei patrioti giunti da tutta Italia a difendere Roma anche con le armi: la Lega lombarda è infatti un simbolo dell'unità e non della secessione, un mito dell'Italia intera e non della Padania. Verdi rispose con un'opera entusiasta ma in certo senso propagandistica, percorsa dall'inizio alla fine da cori sul tema "Viva l'Italia". E poi c'è il lato privato: Lui è creduto morto, allora Lei sposa l'Altro, però Lui ricompare, eccetera. Sono temi già sfruttati, che qui danno a tratti - ed è l'unico caso in Verdi - un suono falso, retorico, vuoto. Non se ne può dare la colpa all'esecuzione. Pinchas Steinberg mette in rilievo una scrittura corale e orchestrale, che - ormai Verdi stava uscendo dagli "anni di galera" - si rivela accurata e incisiva; ma non perde di vista che quest'opera vive soprattutto di ritmi travolgenti e toni infiammati. Hanno ben risposto alla sua bacchetta l'orchestra, il coro e il cast. Tatiana Serjan ha voce importante ma acuti un po' tirati e fiati corti, che le impongono un fraseggio frammentato: la recente maternità (auguri!) può aver influito. Yonghoon Lee è coreano ma sembra un tenore italiano di vecchio stampo: voce robusta, bel timbro, fraseggio teso e vigoroso, al punto da diventare a tratti stentoreo. Al confronto si capisce come il giusto accento verdiano - intenso ma nobile - il parmense Luca Salsi l'abbia nel sangue. Regia di Ruggero Cappuccio di concisa drammaticità e immersa in atmosfere tenebrose, in linea con l'opera. Sullo sfondo una sfilata di quadri e sculture ricorda come nulla meglio del patrimonio culturale rappresenti l'unità italiana.

Note: Nuovo allestimento in coproduzione col Gran Teatre del Liceu di Barcellona

Interpreti: Tatiana Serjan/Serena Farnocchia (lida), Yonghoon Lee/Riccardo Massi (Arrigo), Luca Salsi/Giuseppe Altomare (Rolando), Gianfranco Montresor (Marcovaldo), Dmitry Belosselskiy (Federico Barbarossa), Tiziana Tramonti (Imelda), Stefano Rinaldi Miliani ( primo Console), Alessandro Spina (secondo Console), Ezio Maria Tisi (Podestà di Como), Vincenzo Di Betta/Refat Llehsi (Scudiero), Pietro Picone (Araldo)

Regia: Ruggero Cappuccio

Scene: Carlo Savi con interventi di Mimmo Paladino e Matthew Spender

Costumi: Carlo Savi

Orchestra: del Teatro dell'Opera di Roma

Direttore: Pinchas Steinberg

Coro: del Teatro dell'Opera di Roma

Maestro Coro: Roberto Gabbiani

Luci: Agostino Angelini

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