Magie barocche a Catania

L'8 dicembre Dantone a Palazzo Biscari

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Con un concerto dell’Accademia Bizantina diretta al cembalo da Ottavio Dantone, soprano Berit Solset, si chiude giovedì 8 dicembre a Catania la sesta edizione del Festival ‘Magie Barocche’, quest’anno foriera di svariate novità: per la prima volta, la rassegna ha previsto l’accesso a pagamento e, soprattutto, ha puntato quasi solamente su un luogo, il magnifico Salone di Palazzo Biscari (uno spazio-gioiello del barocco siciliano). «Siamo estremamente soddisfatti della scelta – ci confida il direttore artistico, Antonio Marcellino – se tutti i musicisti ospitati hanno apprezzato molto lo spazio, anche sul piano acustico: una pedana in betulla è stata fatta costruire appositamente, e la sala è già adatta, per dimensioni, al repertorio che è stato eseguito». In effetti, i concerti ascoltati hanno dimostrato notevoli qualità di interpretazione e di situazione d’ascolto, e impaginazioni che non hanno mancato di porre attenzione su autori poco noti ma importanti, come il Carlo Mannelli (il maggior compositore e violinista a Roma prima di Corelli) proposto ottimamente da ‘Il sogno barocco’. Il connubio con la ricerca è stato uno dei fil-rouge del Festival, annodato anche grazie alla collaborazione con realtà musicologiche o con festival analoghi (il Roma Barocca Festival, col quale son state proposte Cantate in prima moderna di Cesarini): figure come Fago e D’Astorga sono ancora poco conosciute all’ascolto, e sembra interessante l’inoltrarsi della programmazione nella seconda metà del ‘700 che, in Sicilia, è proprio il periodo del Barocco architettonico più ricco. L’appuntamento finale invece fa il paio con quello iniziale, che aveva visto la Cappella Neapolitana Turchini diretti da Antonio Florio attraversare efficacemente, con la brillante complicità vocale-gestuale di Pino De Vittorio, il repertorio napoletano sei-settecentesco: Dantone & co. daranno vita invece a una monografia su Purcell e intorno alle musiche per The Fairy Queen e la shakespeariana The Tempest.

Alessandro Mastropietro

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