L'alfabeto lirico di Stefano Vizioli

L'iniziativa su Facebook del Teatro Verdi di Pisa

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Stefano Vizioli
Stefano Vizioli

Un teatro vuoto è un ossimoro. Il teatro vive del suo pubblico.

In tempi di corona virus, i teatri sono chiusi. È una situazione eccezionale se si pensa che il Teatro dell’Opera di Roma non chiuse neppure durante la II guerra mondiale!

Tra le molteplici iniziative che si sovrappongono e si rincorrono nella giungla della rete, ce n’è una curiosa ma particolarmente interessante: “Alfabeto lirico”, espressione del vulcanico gesto creativo di Stefano Vizioli, regista ma prestato da alcuni anni alla direzione artistica del Teatro Verdi di Pisa.

Sentiamo dalle sue parole di che cosa si tratta.

«È un’iniziativa che mira a tener, in primo luogo, vivo il rapporto con il pubblico del Teatro Verdi di Pisa ma anche per dare venti minuti di leggerezza parlando dell’unico argomento che so, cioè dell’opera lirica. Affronto una lettera a puntata in maniera random: mi piace parlare in queste spigolature, piuttosto che dei titoli famosi, di quelli che riflettono il mio gusto personale. Talvolta, anche lanciare delle pillole di curiosità, cosicché qualcuno che volesse approfondire, magari abbocca a quegli ‘ami’ lanciati nella serata».

I titoli affrontati ogni volta sono tre perché «tutto deve essere all’insegna della leggerezza- continua il Maestro - Non voglio fare delle lezioni. Siamo tutti confinati a casa. In un certo qual modo ognuno deve reinventarsi la vita: non si deve uscire ma restare a casa. A parte cucinare, ingrassare, leggere, dormire, telefonare ad amici e parenti, si continua anche in qualche modo a lavorare. Questo ‘Alfabeto lirico’ lo considero anche un impegno del direttore artistico che non vuole lasciar sola la città dove lavora».

Ogni lettera viene affrontata introducendo ognuna delle tre opere scelte prima dell’ascolto di un rapido estratto video.

L’alfabeto, che Stefano Vizioli ha scelto come indice, è quello italiano benché ci sarà anche una puntata nella quale saranno presentate un’opera che inizia con ‘k’, una con ‘w’ ed una con ‘j’. Puntualizza infatti: «Non posso non far ascoltare un estratto della Jenufa, della Kovancina o delle Walkiria! Ho avuto bei problemi con la ‘h’ e con la ‘u’: ci sono delle lettere che ti aiutano. Altre no! Mi trovo più a mio agio con la ‘w’ (Werther, Walkiria, Wally) che con la…’u’! Alla ’t’ non ha senso di parlare di Trovatore e Traviata. Meglio titoli rari come Tamerlano».

È anche un alfabeto del cuore quello di Stefano Vizioli: «Per esempio, Jean Philippe Rameau, compositore che adoro, di cui ho scelto Les Boréades e Hippolyte et Aricie».

L’alfabeto ha anche una valenza scaramantica, e Vizioli è pronto ad interrompere  se la situazione dovesse cambiare.

Le puntate hanno cadenza di due o tre a settimana. «Non possono essere di più essendo solo una delle molteplici iniziative immesse sulla pagina facebook della Fondazione Teatro Verdi di Pisa in tempi di coronavirus», conclude Stefano Vizioli.

 

Link: https://www.facebook.com/teatroverdipisa/?epa=SEARCH   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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