Il talento di Gioconda De Vito

Cento anni fa, il 26 luglio 1907, nasceva a Martina Franca la violinista Gioconda De Vito.
Talento geniale, dotata di rigore, energia e grande intuito musicale, fondamentalmente fu un'autodidatta. Diventò celebre ma lei, ragazza del Sud, fu sempre schiva, "refrattaria a entusiasmi e complimenti".

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Cento anni fa, il 26 luglio 1907, nasceva a Martina Franca la violinista Gioconda De Vito. Talento geniale, dotata di rigore, energia e grande intuito musicale, fondamentalmente fu un'autodidatta. Gli unici due anni di studio, al Liceo Musicale "Rossini" di Pesaro (dal 1919 al 1921 con Remy Principe e Attilio Crepax) dove si diplomò a soli 14 anni. Nel 1932 vinse il prestigioso Concorso Internazionale di Violino di Vienna che la consacrò definitivamente al concertismo internazionale. Alla competizione parteciparono ben 250 violinisti e la De Vito si impose per il suo temperamento e la sua interpretazione della "Ciaccona" di Bach. Diventò celebre ma lei, ragazza del Sud, fu sempre schiva, "refrattaria a entusiasmi e complimenti". Mussolini, suo grande ammiratore, avrebbe voluto regalarle uno Stradivari, ma lei rifiutò: in famiglia era stata educata a non accettare mai un dono di così grande valore da un uomo! Nel 1953 il Governo italiano le affidò ad vitam "il Toscano", violino del Quintetto Mediceo realizzato da Stradivari nel 1690. Nel 1949 sposò sir David Bicknell. Con lui vivrà nel fiabesco Flint Cottage, a trenta chilometri da Londra. Bicknell era il produttore inglese de "La Voce del Padrone", etichetta per la quale la De Vito incise (ma non amava le sale di registrazione!). Il suo repertorio spaziava dal romanticismo tedesco agli autori della scuola violinistica italiana fino al '900 italiano. Per lei scrissero Respighi, Zanella, Pizzetti, Malipiero. Storiche le due incisioni live (7 e 11 marzo 1952) dei Concerti di Brahms e Mendelssohn, con l'Orchestra Sinfonica di Torino della Rai diretta da Furtwängler. Le sue uniche apparizioni in TV, negli anni '50, alla presenza di Pio XII. Nel 1991 riceve a Londra il prestigioso premio "Amadeus". Gioconda De Vito morì a Roma nel 1994 a 87 anni. Donna carismatica e affascinante. I suoi occhi neri polarizzavano l'attenzione - ricorda l'avvocato martinese Vito Santoro che, nel 1998, dopo 15 anni di pazienti ricerche, pubblica a proprie spese la sua prima biografia (le notizie sui dizionari italiani sono poche o imprecise e per Wikipedia Gioconda De Vito è voce sconosciuta). E a Franco Punzi, presidente del Festival di Valle d'Itria, i nipoti della violinista donano, nel 2002, il materiale appartenuto alla zia: spartiti, foto, corrispondenza, recensioni, programmi di sala, dischi, registrazioni. A sua volta, Punzi dona tutto alla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca, di cui è presidente, e istituisce il pubblico "Archivio Gioconda De Vito" (www.fondazionepaolograssi.it). Oggi Fondazione e Festival stanno realizzando un progetto discografico (etichetta Dynamic) per pubblicare le prime registrazioni e quelle inedite. La nuova biografia, di imminente pubblicazione, è di Corrado Roselli, docente di violino al Conservatorio "Piccinni" di Bari. Ne parlerà il 29 luglio a Martina Franca, al 33° Festival di Valle d'Itria quando, con un concerto sinfonico, si celebrerà il centenario della nascita della violinista martinese. "Sin da bambino ho sentito parlare della De Vito dalla mia maestra, Ludmilla Kuznetsoff che si perfezionò con lei a Roma" racconta Roselli "Così, a un certo punto, ho voluto saperne di più. Ho raccolto articoli, interviste, testimonianze di parenti, musicisti, di chi l'ha conosciuta o l'ha sentita suonare. Un libro ricco di foto e notizie inedite. Si intitolerà Gioconda De Vito. Un mito dimenticato". Perché mito? "Iniziò la sua carriera nel 1921, a soli 14 anni. Impensabile, allora, per una donna del Sud Italia chiuso e arretrato". La De Vito insegnante... "Iniziò nel 1925, a 17 anni, insegnando all'Istituto Musicale "Piccinni" di Bari. Nel 1934, per diretto interessamento di Mussolini, venne trasferita dal Conservatorio di Palermo a quello di Roma per "alti meriti artistici". Fu anche accademica di Santa Cecilia. Amava molto insegnare. Lo preferiva al concertismo". La fine della carriera... "Nel novembre del 1961, a 54 anni. Esattamente dopo 40 anni, all'apice del successo. Tenne il suo ultimo concerto a Basilea il 21 novembre 1961. Da allora non suonò più". Perchè mito dimenticato? "Le giovani generazioni di violinisti non conoscono il suo nome né la sua lezione interpretativa, sempre tesa ad esprimere quanto di più alto e spirituale c'è in un'opera per arrivare, secondo il suo motto, ex chordis ad corda". Maddalena Schito