Il coraggio della IUC

Una stagione che presenta artisti affermati e giovani promesse, musiche di rara esecuzione dal medioevo ai nostri giorni, oltre i confini tra i generi musicali

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Enrico Saverio Pagano
Enrico Saverio Pagano

Il coraggio di rischiare: è questo il motto da cui il direttore artistico Giovanni D’Alò afferma di essersi lasciato guidare nella preparazione della prossima stagione della IUC - Istituzione Universitaria dei Concerti. È grazie a tale coraggio che questa stagione di musica da camera è diventata la più ricca di Roma per numero di concerti (questa è matematica) e anche la più stimolante (questa è un’opinione, ma difficilmente contestabile).

Dal 13 ottobre 2023 al 18 maggio 2024 saranno 36 i concerti all’Aula Magna della Sapienza Università di Roma, che  spazieranno dal Trecento ai nostri giorni, dal mitico ultraottantenne Jordi Savall, che da anni sceglie sempre la IUC per i suoi concerti romani, al ventenne violoncellista Ettore Pagano - stiamo appena imparando a conoscerlo ma arriverà molto lontano - che accosta Haydn a Pärt e Sollima, insieme alla giovane Orchestra Femminile del Mediterraneo diretta da Antonella De Angelis, che dal canto suo farà scoprire la musica di due compositrici del passato lontano (l’austriaca Marianna Martines) e recente (la polacca Grazyna Bacewicz).

Sono tanti i giovani ma tanti anche gli affermati protagonisti del concertismo internazionale, quali il tenore Ian Bostridge (nella Winterreise  di Schubert), i pianisti Angela Hewitt, Marc-André Hamelin, Pierre-Laurent Aimard, Andrei Gavrilov (cha manca a Roma da un ventennio), Alex Romanovsky (che prosegue il ciclo dedicato all’integrale pianistica di Rachmaninov) e Nikolai Lugansky, il violinista Charlie Siem, il violoncellista Gautier Capuçon (nell’integrale delle Sonate di Beethoven per il suo strumento), il Quartetto Arditti (che celebra il suo cinquantesimo anniversario), il Quartetto di Cremona e il Danish String Quartet (che ha vent’anni di carriera alle spalle ma debutta a Roma).

Tra i giovani ecco il Quartetto Leonkoro, i violinisti Javier Comesaña e Leia Zhu (che debutta a Roma insieme alla prestigiosa orchestra da camera Festival Strings Lucerne), i pianisti Lukas Geniusas e Lucas Debargue, uno straordinario talento che nel 2021 ha conquistato il pubblico dell’Aula Magna e vi torna ora per il terzo anno consecutivo. Nel “Gala Avos” ascolteremo molti giovani che danno vita a vari gruppi cameristici insieme ad alcuni dei loro maestri della scuola internazionale di musica Avos Project.

Giovani sono anche l’Orchestra da Camera Canova e il suo direttore Enrico Saverio Pagano, artisti in residence presso la IUC, che li ha scelti tre anni fa e ha ora la soddisfazione di vedere confermata la preveggenza di tale scelta dal fatto che Pagano comincia ad essere invitato da orchestre e teatri lirici importanti. Nel concerto inaugurale suoneranno un programma da far tremare i polsi (Quinta  di Beethoven e Concerto n. 2  di Chopin con Leonora Armellini al piano) e nel concerto finale musica del Novecento. Pagano dirigerà anche il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l’Orchestra Sinfonica Nazionale dei Conservatori Italiani nel Requiem “Stringeranno nei pugni una cometa”  di Silvia Colasanti su testi di Mariangela Gualtieri e della liturgia: una composizione che ha emozionato il pubblico del festival di Spoleto, quando fu eseguita in Piazza del Duomo in memoria delle vittime del terremoto che aveva colpito i paesi dell’Appennino centrale nel 2016, ma che ora si potrà ascoltare in condizioni acustiche migliori.

Un altro brano d’ispirazione religiosa in prima esecuzione pubblica è “7” di Marcello Filotei, una meditazione sulle Sette parole di Cristo sulla Croce di Haydn: Filotei riprende liberamente le melodie di quel capolavoro del Settecento, affidandole a un baritono e immergendole nelle sonorità delle percussioni e dell’elaborazione elettronica per rappresentare la confusione dell’uomo moderno. L’eseguirà l’Ensemble Ars Ludi, con la concertazione di Gianluca Ruggeri. E anche in vari altri concerti si ascolteranno autori contemporanei.

Ampio spazio anche al Sei e Settecento. Fabio Biondi ed Europa Galante dedicano un concerto a Boccherini. Marcello De Lisa e il Concerto de’ Cavalieri insieme al sopranista Samuel Mariño eseguono Alessandro Scarlatti, Corelli, Vivaldi e Händel.  Il già menzionato Jordi Savall col suo ensemble Hespèrion XXI presenta Folias & Canarios, uno dei suoi programmi iconici. Telemann, che fu protagonista del Settecento musicale tedesco ma oggi è molto trascurato, sarà eseguito dai flautisti Tommaso Rossi e Laura Pontecorvo e dall’Ensemble Barocco di Napoli, insieme ad una novità di Pasquale Corrado intitolata Black Telemann.

È ricco e stuzzicante l’elenco dei concerti che si divertono ad ignorare i tradizionali confini tra i generi musicali. Lo apre Soqquadro Italiano con un programma che alterna arie e madrigali del Rinascimento e Barocco (Monteverdi, Strozzi, Ziani) a canzoni del Novecento (Gino Paoli, Mina e altri). Cristina Zavalloni propone le canzoni di Nino Rota, da quella di Gelsomina per il film di Fellini a Viva la pappa col pomodoro scritta per Rita Pavone. L’Ascolto e lo Spazio è il titolo del concerto del Ready Made Ensemble diretto da Gianluca Ruggeri con il flauto di Gianni Trovalusci e la regia del suono di Alvise Vidolin, che propone due antichi brani di rarissimo ascolto, la Missa de Notre-Dame  (circa 1364) di Machaut, scritta per la cattedrale di Reims, e il mottetto Nuper rosarum flores  (1436) di Dufay, scritto per la consacrazione di Santa Maria del Fiore di Firenze. Completa il concerto Das atmende Klarsein di Luigi Nono, di cui ricorre il centenario della nascita. Enrico Bronzi e l’Ensemble Muzsikas alternano György Ligeti, nel centenario della nascita, a musiche del folklore magiaro. Il concerto dell’Alessandro Quarta 5et è intitolato NO Limits  e sarà un viaggio ricco di sorprese in vari mondi musicali, dal rock al classico, dal jazz al pop, da Morricone a Piazzolla. Giovanni Sollima al violoncello, Federico Guglielmo al violino e Il Pomo d’Oro eseguiranno Vivaldi, Tartini e Sollima stesso, alternandoli a musiche tradizionali cipriote e arabe in un immaginario viaggio musicale nel Mediterraneo. Romanza criminale   è il titolo del concerto dell’Ensemble La Terza Prattica con la direzione di Massimiliano Toni e la voce di Susanna Bungaard: inizia con arie di Caccini, Carissimi e altri autori di ambiente romano del Seicento e finisce con le canzoni romane di Balzani, Trovajoli e De Gregori.

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News in collaborazione con Accademia Nazionale di Santa Cecilia