Giovanni Cultrera di Montesano è il nuovo sovrintendente a Catania

La nomina al Teatro Massimo Bellini di Catania

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La conferenza stampa di presentazione di Giovanni Cultrera di Montesano
La conferenza stampa di presentazione di Giovanni Cultrera di Montesano

In un affollato incontro pubblico, il Teatro Massimo Bellini ha presentato insieme il suo nuovo sovrintendente, Giovanni Cultrera di Montesano, e il cartellone lirico e sinfonico per il 2020, curato dal direttore artistico Francesco Nicolosi. Cultrera, siciliano classe 1970, pianista, docente presso l’Istituto Musicale “Bellini” di Catania, ha una formazione sia musicale (è stato allievo, fra gli altri, di Boris Petrushansky), sia giuridico-manageriale, essendosi laureato in giurisprudenza con una tesi sulla trasformazione degli Enti Lirici in Fondazioni; si è fatto le ossa curando cartelloni di teatri siciliani (in particolare Modica e Ragusa, la programmazione dei quali non è limitata al solo dominio musicale) e numerose altre iniziative, acquisendo esperienza anche in altri campi del management culturale (quello artistico e territoriale, in particolare). Nel suo appassionato ma lucido intervento, l’accento è stato posto sulle componenti della sinergia e dell’entusiasmo, quali ingredienti di partenza per condurre il teatro catanese fuori delle criticità – soprattutto economico-gestionali – in cui si trova, valorizzandone le potenzialità, e intendendone l’attività non solo nella dimensione ‘estetica’ degli spettacoli. Non è sfuggito il richiamo al grande problema che, a nostro avviso, riguarda il Massimo Bellini al di là del fardello dei debiti pregressi che tuttavia pesa, e che si somma a uno stato di costante incertezza del consistente e fondamentale contributo regionale: il teatro catanese – nel sistema lirico italiano – è l’unico ‘di tradizione’, e per di più ‘ente regionale’, che abbia masse stabili e una programmazione di 11 mesi l’anno; di fatto, una fondazione lirica sotto tutt’altre spoglie. Questo impianto rende al momento irrinunciabile, per il suo mantenimento, la notevole entità e la netta prevalenza del contributo regionale sugli altri sostegni, per quanto meglio si possa fare con l’apporto dei privati; incoraggianti sono suonate dunque le parole del Governatore della Regione, Nello Musumeci, quanto all’assicurazione del necessario per la vita del teatro (ma l’assemblea regionale non ha ancora riportato il contributo alla cifra dell’anno precedente); confortanti segnali anche l’erogazione – dopo molti anni – di un contributo da parte della Città metropolitana (ex-Provincia) di Catania, e di uno regionale per la sistemazione e la messa in sicurezza dello stabile. Nel contesto generale di uno sforzo a migliorare alcuni aspetti problematici del suo funzionamento, sottolineato dalle altre autorità presenti e dal Commissario straordinario del Teatro (Daniela Lo Cascio), la stagione 2020 appare, soprattutto nel cartellone lirico, una stagione di assestamento: tutti titoli di repertorio, e quasi tutti di operisti italiani (fa eccezione la Carmen d’esordio, in febbraio), in attesa di varare un festival belliniano che, in estate, proverà di nuovo a calare l’attività nei teatri antichi della Sicilia; partirà prima la stagione sinfonica, che completerà l’integrale di Sinfonie e Concerti di Beethoven; proseguono alcune significative collaborazioni con altre realtà cittadine, tra cui quelle con l‘Istituto “Bellini” e con la Compagnia di danza Zappalà. L’auspicio è che il cartellone possa andare in porto integralmente, e senza le tribolazioni verificatesi anche quest’anno (attività interrotta in ottobre e spostata negli ultimi due mesi).