Don Carlo apre Valencia

La nuova stagione del Palau de les Arts

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Il Palau de les Arts di Valencia, ha presentato la nuova stagione 2017-2018 – la seconda della nuova gestione tutta italiana, guidata da Davide Livermore, sovrintendente-direttore artistico, e i due direttori d’orchestra principali Fabio Biondi e Roberto Abbado – rivendicando un maggiore sostegno da parte dello Stato spagnolo, che contribuisce per una minima parte al bilancio dell’ente, a differenza di quanto avviene in altri teatri come Madrid, Barcellona e Siviglia. Per farsi un’idea, a Valencia il governo centrale ha dato 600.000€ per il 2017, contro 9,4 milioni dati al Teatro Real, 8,2 al Liceu e 1,6 alla Maestranza [dati El País]. Gli scandali che hanno macchiato la precedente amministrazione con le indagini ancora in corso, e il cambio politico del 2015 che ha visto la città e la regione passare dalla destra alla sinistra, hanno anche allontanato i patrocinatori privati, che si spera riprendano presto a sostenere il teatro nel suo nuovo corso. Al momento quindi l’opera valenziana deve fare i conti con un bilancio dimezzato rispetto a quello di otto anni fa, cioè di 22,7 milioni di euro, sostenuti per circa due terzi dalle casse della Generalitat e per il resto dalla vendita di biglietti e l’affitto degli spazi firmati dall’archistar Calatrava.

Livermore ha quindi sottolineato comprensibilmente la necessità di portare avanti il suo progetto di “teatro pubblico”, cioè di puntare a stabilire un rapporto di fiducia con la città attraverso la qualità delle produzioni, la scelta di titoli che possano creare una cultura operistica in una città che ha visto nascere la sua opera solo undici anni fa, la collaborazione con artisti valenziani e il Centro di perfezionamento Placido Domingo e, non ultimo, la decisione di applicare prezzi accessibili a tutti, per cercare di vedere le sale funzionare a pieno regime.

La stagione (o più precisamente la prestagione) s’aprirà il 4 ottobre con una nuova produzione di Madama Butterfly – direttore Diego Matheuz, regista il giovane valenziano Emilio López, soprano Liana Aleksanyan, tenore Sergio Escobar – e continuerà a novembre con una riproposta dell’Amor brujo di Falla, versione Fura dels Baus. Sempre in questa prestagione, sono da segnalare l’esecuzione in forma in forma di concerto dell’opera metastasiana di Gluck Le cinesi e la Petite messe di Rossini, entrambe dirette da Biondi.

La stagione vera e propria prenderà il via il 9 dicembre con il Don Carlo di Verdi, diretto dal valenziano Ramón Tebar, direttore ospite principale del teatro, in un allestimento della Deutsche Oper di Berlino firmato da Marco Arturo Marelli. Nel cast: Violeta Urmana, Maria José Siri, Andrea Carè, Alexander Vinogradov e Placido Domingo, nei panni di Rodrigo. A febbraio sarà il turno del Peter Grimes di Willy Decker con Gregory Kunde protagonista e a marzo della rarità di Haydn, Il mondo della luna, con la regia di Emilio Sagi. A Fabio Biondi e alla regista tedesca Nicola Raab sarà affidata la nuova produzione (in collaborazione con l’Opera di Montecarlo) del Corsaro di Verdi, con protagonista Michael Fabiano, che debutterà il 28 marzo. Dopo una ripresa dell’allestimento di Tosca realizzato da Livermore per il Carlo Felice di Genova, diretta da Nicola Luisotti, e una versione semi-scenica della Clemenza di Tito affidata a Biondi, la stagione si concluderà a fine giugno con La damnation de Faust, in coproduzione con Roma e Torino: direttore Roberto Abbado (nella foto), regista Damiano Michieletto e Celso Albelo nei panni di Faust.

A.B.

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