Chénier apre la Scala

Chailly sul podio il 7 dicembre

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Riccardo Chailly, che aprirà la stagione con Andrea Chénier, ricorda che l'opera non compare alla Scala dal 1985 quando la diresse agli inizi di carriera con la regia di Lamberto Puggelli. Questa volta sarà firmata da Mario Martone col quale il direttore ha concordato una lettura rispettosa del personaggio storico, anche se "disassato" quel tanto che permetta una lettura contemporanea. Nel ruolo del titolo Yusuf Eyvazov (il marito di Anna Netrebko), "un giovane che s'impegna e vuol far bene" assicura il direttore che con lui ha già iniziato a provare; Maddalena sarà Anna Netrebko, interprete di sicuro successo, Luca Salsi interpreterà Carlo Gerard. Secondo Chailly si tratta dell'opera cardine del verismo italiano, che ha avuto come suo punto di riferimento proprio il teatro milanese. Altro titolo a lui affidato è Don Pasquale (dal 3 aprile 18), che il maestro diresse nel 1979 al suo debutto al Covent Garden e gli è rimasto nel cuore, e che ora intende sottolinearne anche il lato nostalgico, rappresentato dal personaggio di Ernesto, interpretato da René Barbera. Mentre nei panni del vecchio beffato sarà Ambrogio Maestri che una volta tanto abbandonerà quelli del pancione verdiano. Rosa Feola sarà Norina. A queste due nuove produzioni se ne aggiungono altre sei. A gennaio e per la prima volta alla Scala (incredibile, ma vero) Die Fledermaus diretto da Zubin Mehta, con la regia di Cornelius Obonya, depositario della più schietta tradizione viennese, che tuttavia per dare un tocco nostrano ha affidato la parte parlata del carceriere a Nino Frassica. In aprile, ad arricchire il percorso del verismo voluto da Chailly, Francesca da Rimini diretta da Fabio Luisi per la regia di David Poutney, con Maria José Siri nel ruolo del titolo e Roberto Aronica in quello di Paolo. A giugno sarà la volta del Pirata di Bellini, diretta da Riccardo Frizza con la messa in scena di Christof Loy; a settembre nell'ambito dell'Accademia scaligera Alì Babà e i quaranta ladroni di Cherubini, sul podio Paolo Carignani, con la regia di Liliana Cavani; a settembre Ernani diratta da Adám Fischer, regia di Sven-Eric Bechtolf e finalmente a novembre una novità assoluta, attesa da troppi anni, Fin de partie di Kurtág diretta da Markus Stenz, con la messa in scena di Pierre Audi, in coproduzione con Amsterdam. Sempre nell'ambito delle coproduzioni, ma in questo caso con ben sei teatri (Aix, Metropolitan, Opera di Helsinki, di Berlino, di Barcellona) ritorna Elektra, diretta da Christoph von Dohnáni, per la regia del rimpianto Patrice Chéreau e le scene di Richard Peduzzi.

Non da meno sono gli spettacoli importati. Dal Covent Garden e per la prima volta cantata in francese alla Scala, Orphée et Eurydice diretta da Michele Mariotti, con la regia di John Fulljames, protagonisti Juan Diego Florez e Christiane Karg, Amour sarà impersonato da Fatma Said (la dolcissima Pamina della Zauberflote firmato da Peter Stein la scorsa stagione). A giugno altra prima volta alla Scala per Fierrabras di Schubert, diretta da Daniel Harding, con la messa in scena di Peter Stein, spettacolo nato a Saliburgo nel 2014. Due le riprese: Simon Boccanegra per la regia di Fedrico Tiezzi, diretto da Myung-Whun Chung, titolo che la Scala ha portato in varie tournée, e l'intramontabile Aida firmata da Franco Zeffirelli (95 anni nel 2018) con Nello Santi (86 anni) sul podio. Per quanto riguarda la stagione sinfonica è consigliabile consultare il sito del teatro perché non mancano le sorprese. A parte le importanti ospitalità (Wiener, Bayerischen Rundfunks, Rotterdam PO), l'orchestra della Scala prosegue con le sinfonie di Mahler e aggiunge un omaggio a Rossini a 150 anni dalla morte, la Messa per Rossini composta da 13 autori tra cui Verdi in ricordo del grande pesarese, che avrebbe dovuto essere eseguita a Bologna l'anno dopo la sua scomparsa, ma che dovette attendere gli anni Ottanta del secolo scorso per farsi ascoltare. Nel novembre del 2017 sul podio sarà Chailly.

Stefano Jacini

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