Intavolando frottole con strumenti diversi

Maria Luisa Baldassari raccoglie le frottole di Andrea Antico in un nuovo cd Tactus

Maria Luisa Baldassari, Andrea Antico - Tactus
Il frontespizio delle Frottole intabulate (Roma 1517)
Disco
classica
Maria Luisa Baldassari
Andrea Antico. Frottole Intabulate, Libro Primo, 1517
Tactus
2017

Nonostante il titolo della raccolta di frottole trascritte per strumento a tastiera da Andrea Antico indichi l’organo come destinatario, sul frontespizio del libro a stampa – qui sopra – è invece raffigurato un clavicembalo.

Ma non basta. Nel leggio sul somiere figura uno stemma pontificio e verso l’estremità del coperchio appare una scimmia seduta che imbraccia un liuto. Il primo si riferisce all’emblema mediceo, ed è un segno di gratitudine verso papa Leone X che aveva concesso al musicista di origine istriana il permesso di stampare opere per strumento a tastiera che era stato privilegio esclusivo di Ottaviano Petrucci (in realtà non sfruttato), mentre la seconda sembra uno sberleffo nei confronti dello stampatore rivale che aveva pubblicato undici libri di frottole. La dettagliata interpretazione di questa iconografia si deve all’interessante articolo di Hiroyuki Minamino pubblicato nel 1994 sul "Journal of American Lute Society": A Monkey Business: Petrucci, Antico, and the Frottola Intabulation.

L’intavolatura di Andrea Antico è la prima opera a stampa di musica per strumenti da tasto, e Maria Luisa Baldassari dopo averla studiata per redigere l’edizione critica pubblicata lo scorso anno dalla Ut Orpheus, ha registrato le frottole trascritte scegliendo quattro diversi tipi di strumento, iniziando naturalmente dall’organo, che è lo splendido esemplare della prima metà del Cinquecento di Vicenzo Colombi che si trova a Valvasone, in provincia di Udine, nella Chiesa del SS. Corpo di Cristo.

Ma oltre al clavicembalo, una copia di uno strumento italiano di fine Seicento, utilizzato per circa un terzo delle musiche di questa raccolta, l’artista ha scelto di interpretare alcune frottole intavolate con una spinetta, copia moderna di un esemplare veneziano della seconda metà del Cinquecento di Benedetto Floriani, e con due particolari strumenti della seconda parte del Quattrocento. Il primo è un clavicordo ricostruito partendo da una tarsia lignea del Palazzo Ducale di Urbino, e il secondo il clavisimbalum descritto e raffigurato nel trattato di Arnaut de Zwolle.

Tale diversificazione timbrica marcata dai diversi temperamenti dei cinque strumenti ed ispirata dalla natura dei brani musicali e dalla loro resa sonora, rende più interessante l’ascolto delle numerose brevi composizioni che costituirono il tentativo di emulare la ricca produzione di intavolature liutistiche, e che non ebbe il seguito sperato, poiché l’esperienza di rielaborazioni frottolistiche di Andrea Antico si limitò a questo Primo libro del 1517. Nell’elenco dei titoli delle frottole non figurano i nomi degli autori, ma fra questi prevale nettamente Bartolomeo Tromboncino, seguito dalle belle melodie di Marchetto Cara. In queste intavolature non ci sono testi, ma tornando al frontespizio del libro, la presenza di una figura femminile nella illustrazione potrebbe alludere alla loro utilizzazione come accompagnamento al canto, anche se con le loro ornamentazioni e diminuzioni risultano autosufficienti, e contribuiscono a rievocare la felice stagione delle musiche predilette da Isabella d’Este e Lucrezia Borgia.

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