Firenze: donazioni d'élite

Il crowdfunding dell'Opera di Firenze

Recensione
classica
Opera di Firenze, crowdfunding sul progetto “Opera per tutti” conseguito, ma dov'è the crowd, la gente ? E' stato raggiunto, anzi superato di oltre 20.000 euro, l'obiettivo di 300.000 euro per il crowdfunding a favore dell'Opera di Firenze sulla piattaforma statunitense Kickstarter entro il 15 luglio 2016 (la campagna era partita il 31 maggio), con l'impegno del suo conseguimento nella data fissata, altrimenti le donazioni piccole e grandi avrebbero dovuto essere rimandate ai donatori, e lo scopo di dotarsi di tecnologie adeguate per diffondere i propri spettacoli in streaming e per creare un portale su cui gli artisti da tutto il mondo possano fare audizioni virtuali per farsi conoscere e magari ingaggiare dal teatro fiorentino. Tale obiettivo dei 300.000 euro è stata raggiunto e superato sostanzialmente negli ultimi due – tre giorni il che forse, in questo tipo di campagna, non è sorprendente. Ma, come racconta Ilaria Ciuti sull'edizione fiorentina di “Repubblica”, 15 luglio, è stato raggiunto in modi che danno effettivamente da pensare, a colpi di diverse donazioni consistenti, molte sul massimo importo consentito di 7000 euro, come se il merito andasse a forti donatori (mondo delle imprese e della finanza) più che a quell'interesse diffuso in una “folla” (crowd) che si riconosce in un'istituzione e decide di sostenerla con il proprio obolo, un'offerta anche minima (che in questo caso era stata fissata a 5 euro), com'è successo, ad esempio, con l'operazione di crowdfunding per la ricostruzione della Città della Scienza a Napoli che ha fruttato oltre un milione di euro ed era stata gestita sulla piattaforma DeRev. I “backers” (donatori), insomma, sono stati pochi (poco più di quattrocento in tutto) e dunque con una media di donazione ben superiore a quella del crowdfunding tipico. Per carità, meglio così e tanti sinceri ringraziamenti, ma si conferma l'impressione di uno scarso coinvolgimento nell'operazione, in particolare, dei vecchi aficionados, che bene o male a Firenze si contano a migliaia, e della “folla” dei fiorentini. Notevoli gli omaggi e le attenzioni ai donatori che una città come Firenze e il suo teatro possono offrire, e che forse in una campagna diversamente studiata e comunicata avrebbero potuto fare la gioia della “folla” fiorentina e dei frequentatori abituali: dalle degustazioni nelle storiche cantine chiantigiane alle visite speciali ai musei e palazzi, dalla camicia indossata da Pavarotti nel “Trovatore” del 1990 alla riproduzione dei bozzetti e figurini della magnifica collezione del teatro, dalla proiezione del proprio nome sul sipario nelle serate inaugurali alla cena con Mika dopo il concerto di Capodanno, affidato per la prossima edizione al celebre artista pop.

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