Stravinskij sul lago

Colico: Musica sull'acqua

Recensione
classica
Forse per la musica è arrivato davvero il momento di andare incontro al pubblico anziché aspettare che accada il contrario e magari un drink o un buon bicchiere di vino possono aiutare l’ascoltatore ad accostarsi a un repertorio che va oltre quello più gettonato tra gli appassionati della classica. Di questo parere chiaramente sono stati i musicisti che si sono esibiti in mezzo alle persone, mercoledì scorso, in una suggestiva piazza di Colico, alle spalle le acque più settentrionali del lago di Como e a fare da sfondo montagne rese estremamente verdi dalle abbondanti piogge. Colico e località limitrofe sono i luoghi in cui, da dodici anni, si svolge il Festival Musica sull’acqua e il ‘caffè musicale’ all’aperto offerto al pubblico della cittadina in provincia di Lecco è stato incentrato su un tema – “Intorno a Igor Stravinskij e la musica del primo Novecento, da Poulenc a Gershwin” – che poi a ben vedere caratterizza tutto il festival 2016. In questo appuntamento che ha dato inizio alla manifestazione musicale si sono alternati diversi esecutori, a cominciare da Francesco Senese (violino), Anton Dressler (clarinetto) e Ingrid Fliter (pianoforte), i quali con i loro strumenti hanno brillantemente proposto la Suite all’Histoire du soldati, attirando l’attenzione degli ascoltatori sulla molteplicità di elementi ritmici e stilistici presenti nella partitura di Stravinskij. A caratterizzare poi, in modo piuttosto vario e accattivante, il percorso ‘intorno’ al musicista russo ci hanno pensato brani come la Sonata per due clarinetti e quella per violino e pianoforte di Poulenc, un breve Intermezzo da Goyescas di Granados, un preludio di Debussy, per finire con una effervescente Gershwin Fantasy, gustoso arrangiamento delle più conosciute melodie scritte dal compositore americano che ha visto impegnato il sax di Roberto Armocida accompagnato al pianoforte da Benedetta Senese. Merita menzionare, tra gli interpreti, anche l’illustre presenza del pianista Louis Lortie, pronto – insieme ad Armocida – a lanciare le suggestioni del Pièce en forme de Habanera di Ravel.

Nel programma generale del Festival (Colico), che si concluderà il 24 luglio, salta all’occhio anche il Concerto Historie (22 luglio) nel quale verrà integralmente proposto il lavoro di Stravinskij, in un evento che vedrà la presenza di Guido Barbieri come voce narrante, ma che si avvarrà anche delle installazioni di Velasco Vitali e delle coreografie di Tony Lopresti, qui in veste anche di mimo-director. Dietro la storia di questo Festival c’è comunque una interessante e lunga esperienza di coinvolgimento delle nuove generazioni, che Francesco Senese – membro dell’Orchestra Mozart e della Lucerne Festival Orchestra ma qui a Colico direttore artistico della manifestazione – ha voluto sottolineare con molto entusiasmo. L’attività, infatti, che si svolge nella Scuola Sperimentale di Musica “R. Goitre” e che vede impegnati circa 120 allievi in totale, si è riversata nel festival (nato nel 2005 proprio per festeggiare il ventennale della scuola) in modi sempre nuovi nel corso delle varie edizioni. Quest’anno in particolare è stato un evento, quello di venerdì 8 luglio, a vedere come principali protagonisti i ragazzi. Oltre a una sinfonia di Haydn è stato infatti proposto un lavoro appositamente scritto da Cristiano Serino, una nuova “Petite Histoire”, liberamente ispirata a Stravinskij e Ramuz, Il progetto, sviluppato insieme alla Grande Fabbrica delle Parole della Casa Editrice Terre di Mezzo, è stato realizzato insieme ai giovani partecipanti agli Atelier primaverili del festival, attraverso un percorso di scrittura creativa per la realizzazione di un testo ispirato dall’opera musicale e teatrale, da leggere, suonare e danzare. Caratterizzato espressivamente dai ragazzi partecipanti al laboratorio di mimo, l’evento è stato musicalmente offerto dall’Orchestra Giovanile del Festival preparata dallo stesso Francesco Senese, il quale ha così commentato l’esperienza: «L’Histoire è un po’ il manifesto di un programma che vuole raccontare storie di parole, di suoni e di sentimenti che uniscono chi le ha create a chi ne gode ancora oggi. È per questo che abbiamo sentito fortemente naturale il bisogno di reinventare insieme ai giovani un nuovo racconto di parole e di suoni, una piccola storia, che è nata dalla lettura e dalla riflessione sul testo di quella Histoire scritta molto tempo fa, ma così capace di parlare ancora oggi la nostra lingua. Siamo perciò estremamente orgogliosi di poter presentare al nostro amato pubblico Petite Histoire, la storia del bambino Joseph quando ancora non sapeva sarebbe diventato un soldato».

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