Le "trasfigurazioni" di Gatti

Successo per il concerto con la Filarmonica della Scala

Recensione
classica
Scala piena zeppa ieri sera per il concerto della Filarmonica della Scala diretto da Daniele Gatti, come pure la sera precedente per la prova aperta a favore della Fondazione Centro San Raffaele, che ha confermato l'ottima intesa tra il maestro e l'organico. Il programma era quanto mai inconsueto, quasi un invito ripercorrere a ritroso alcune tappe fondamentali della storia della musica a cavallo tra Ottocento e Novecento. In apertura Verklärte Nacht di Schönberg, naturalmente nella versione per orchestra, che Gatti ha proposto con una tensione da togliere il respiro ed estrema lucidità. Forse il brano più emozionante, quanto a partecipazione, di tutta la serata. Dopo l'intervallo Tod und Verklärung di Richard Strauss, durante il quale l'orchestra ha tenuto controllatissimo ogni passaggio, con trasparenza e contorni netti dei concertini. Infine, a sottolineare le origini ideali delle due composizioni, Vorspiel und Isoldes Liebestod di Wagner, con le sue ambiguità armoniche e il corno inglese che sostituisce il soprano. I tre brani sono stati accostati da Gatti in quanto accumunati dall'idea della trasfigurazione, anche se solo in Strauss e Wagner questa avviene attraverso la morte. Ma più di trasfigrazione, legata a un "contenuto", sono state le parentele tra le tre tessiture compositive ad aver dato unità alla serata.

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