Presenze d'Africa/1: l'arrivo (in taxi)

Il Festival au Désert sbarca all'anfiteatro delle Cascine di Firenze

Recensione
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«E suonano le vuvuzela?» chiede serio il tassista che mi sta portando al parco delle Cascine. Gli ho appena spiegato che sto andando a un festival di musica africana: nei reportage di “Songlines” arriva sempre con il dialogo con i tassisti locali, saggi prodighi di consigli d’ascolto, e dalla cui radio giunge sempre la “musica più in voga del momento”. Il mio tassista ascolta una cosa che sembra Ivan Graziani (sono a Firenze e – comunque - ammetto che funziona), è decisamente di destra e inveisce contro lo sciopero dei trasporti.
Il festival è Presenze d’Africa – prima esportazione fiorentina del Festival au Désert di Timbuctu (organizza Fabbrica Europa). Tre giorni dedicati all’Africa all’anfiteatro delle Cascine, in uno spazio che – mi spiegano i fiorentini, non il tassista che ormai si è allontanato ascoltando Battisti – da anni non ospitava concerti, dopo un momento di gloria generazionale («la nostra Woodstock»). Il pubblico è meravigliosamente anomalo: giovani alternativi, famiglie, famiglie di giovani alternativi; tanti immigrati, tutti insieme sul grande prato o sotto la “tenda tuareg” montata in un angolo. La serata prevede i maliani Amanar, tuareg rivelazione dell’ultimo festival del deserto e ultimi di una serie di allievi dei Tinariwen. Suonano come i maestri (compaiono anche canzoni sentite sui dischi della band tamashek), ma più “panafricani”, con meno blues ipnotico e più leggerezza: aiutano le tastiere, quelle soulful di Jean-Philippe Rykyel e quelle più naif del tastierista del gruppo: squarci di kitsch-synth anni Ottanta, talmente fuori bersaglio da suonare perfettamente adeguati al clima, e dannatamente divertenti: il pubblico ci mette due pezzi, poi capisce e comincia a ballare. Essendo una festa, affiorano gli ospiti: come Hamid Drake – che in due brani alza il tono della sezione ritmica, o come Cheick Tidiane Seck, che smanetta con i preset della citata tastiera (una Yamaha, per la cronaca), e si diverte un mondo anche lui: sarà di scena anche domani, sabato, per quello che a cena ha definito un grande «bordel organisé»: sono previsti qualche decina di musicisti sul palco. Tutti invitati, anche i tassisti nostalgici.

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