Aspettando un'estate color porpora

L'edizione italiana del musical "Spring Awakening"

Recensione
pop
Frank Wedekind scrisse Risveglio di primavera nel 1891, nella Germania repressiva dell’Ottocento e cupa in quanto guglielmina e militaresca. Una storia di sconvolgente coraggio, una "Kindertragödie", una tragedia di fanciulli che raccontava l’erezione del desiderio sessuale e dell’amore e della voglia di libertà di alcuni adolescenti in un tempo in cui parlare di tutto questo era ancora più imbarazzante di quanto (ancora) lo sia oggi. Un testo teatrale crudo, potente, che svelava la crudeltà mentale e fisica, istigatrice di morte di genitori, famiglia, scuola-caserma, e carcere vero. Nessuno ovviamente la mise in scena per anni: osò Max Reinhardt nel 1906 a Berlino.
Nel 1999 Steven Sater (drammaturgia e testi delle canzoni) e Duncan Sheik (compositore) scrivono a New York un musical, Spring Awakening, perché sanno che in cento anni molta superficie di repressione sociale e sessuale è cambiata, ma molta meno sostanza: i ragazzi giungono allo scoglio della propria espressione amorosa e sessuale illusi di saper tutto perché oggi tutta la comunicazione è sessualizzata: in realtà sanno poco, o nulla di sesso e amore, e si schiantano ancora contro quella primavera che ha molta paura di diventare la “Song of purple summer” dello speranzoso finale. Quel musical ha avuto successo, a Broadway, premiatissimo ai Tony Awards del 2007.
Todomodo Music-All ha realizzato nel 2013 l’edizione italiana di Spring Awakening, con la direzione artistica di Pietro Contorno, la regia di Emanuele Gamba, la direzione musicale con ensemble live in scena di Stefano Brondi: una compagnia di giovani attori-cantanti-ballerini di grande talento, con audizioni e ospitalità di un gruppo di giovanissimi in ogni città della tournée a fare il quartetto swing tra platea e palco (qui a Torino la collaborazione è con il Teatro Stabile: ultima recita alle Fonderie Limone di Moncalieri oggi). In questo progetto niente è approssimativo, niente imbarazzante, tutto persuade, addirittura la felice coreografia finale dei ringraziamenti di Marcello Sendici, o i raffinatissimi visuals di Raffaele Commone e Paolo Signorini che traducevano i testi delle canzoni.
In questo tempo di crisi, e di sconforto, il coraggio, la fatica, e il risultato di questo Spring Awakening sono un po’ di estate color porpora per chi incontra la maturità di questo musical “italiano”, che si merita lunga vita.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

pop

Il cantautore friulano presenta in concerto l’album d’esordio Hrudja

pop

Un grande live al nuovo Jumeaux Jazz Club di Losanna (con il dubbio che a Bombino lo status di condottiero tuareg cominci a pesare)

pop

Ultima tappa del tour "Mi resta un solo dente e cerco di riavvitarlo" di Elio e le Storie Tese