Il bello è sempre da scoprire

Ascoltando Arthur Cunningham

Recensione
classica
Qualche giorno fa, scorrendo la posta elettronica, ho trovato una email di un’amica, attrice e musicista di vera sensibilità intellettuale, che mi segnalava un articolo di Emanuele Trevi sulla terza pagina del "Corriere della sera". “Ti piacerà”, il suo commento. Sono corso a comprare il giornale . Ho letto così, con piacere, di Elemire Zolla, in particolare di un saggio ripubblicato da Marsilio, "Gli intellettuali e lo sciamano", che affronta, pare con creatività insolita nei saggi di genere, ma non sorprendente - trattandosi di Zolla - il problema di come la letteratura d’oltreoceano abbia guardato ai nativi americani. Nel corso dell’articolo si accenna poi a Thomas Pynchon ("Mason e Dixon", il suo unico romanzo storico) e a William Vollmann, giovane scrittore americano molto dark, e maudit, e del suo ciclo dei "Sette Sogni". Ieri sono passato dalla Feltrinelli della mia città (Bari) per comprare tutti questi libri. Certo di trovarli, a meno che altri lettori del Corriere non fossero stati più lesti di me… Nessuno, dicasi nessuno di questi volumi era né in negozio né in magazzino, e nessun cliente ne aveva fatto richiesta. Sono così passato dall’altra storica libreria della mia città, la Laterza, di recente ridottasi per fare spazio a una boutique di Prada. Idem, stessa storia. Naturalmente ho fatto ciò che non mi piace fare, perché amo ancora le librerie vere: sono andato a casa, ho ordinato i libri su Amazon, mi arriveranno in tre giorni a prezzi un po’ scontati e senza spese di spedizione (perché per Amazon Italia si evita l’odiosa pratica del dazio doganale, che da noi diviene una sorta di riscatto, il cui ammontare è spesso stabilito con arbitrio assoluto). Racconto questa storiella privata e, in sé, irrilevante, perché ci dice qualcosa dello stato in cui versa il nostro paese. La curiosità, il gusto della scoperta, sono sempre meno diffusi, il già visto, così come già letto e già ascoltato, costituiscono sempre più il rifugio rassicurante e illusorio che rimanda, a divinis, il confronto con la comprensione vera. La musica ridotta a vacuo ritornello, suoneria di cellulare (naturalmente con un pezzo classico, per suprema punizione), le librerie invase dai best seller e totalmente preda di logiche mercantili che, anziché guidare, e rispettare, e amare il lettore, ne usano le debolezze. Senza moralismi, perché la moda è bella e il glamour piace anche a me, ma pensavo che –nonostante la crisi di cui parlano tutti, e che c’è senza ombra di dubbio – il negozio di Prada non soffrirà. È stata la libreria a doversi contrarre. La crisi culturale, che nel nostro paese è devastante, non è l’effetto della crisi economica, ma ne è la causa. In questi giorni ho ascoltato un cd con musiche di Arthur Cunningham, suonate molto bene al pianoforte da John Ellis, scoprendo un autore di cui conoscevo solo "Engrams", nella storica esecuzione di Nathalie Hinderas, compresa nel cofanetto di CRI sulla black music. Volevo condividere questa piccola scoperta con quei pochi a cui, appunto, queste cose interessano ancora. Buone vacanze.

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