Electrostimolazioni

Jazz, elettronica, gioie e dolori

Recensione
jazz
Un po’ come eterni amanti/rivali di una soap opera, jazz e elettronica continuano a cercarsi, flirtare, allearsi, tradirsi, ingannarsi, derubarsi a vicenda, di nuovo giurare amore reciproco e ricominciare la lotta. Qualcuno potrebbe dire che le radici di questo tormentato rapporto stanno già nella natura stessa di queste musiche, più legati all’estemporaneità i linguaggi dell’improvvisazione, più caratterizzati dai processi di pre e post produzione quelli elettronici, ma in realtà è piuttosto difficile identificare con certezza le dinamiche che rendono l’incontro una magia oppure un disastro.
Ma qual è l’idea che comunemente si ha del connubio tra jazz e elettronica? Dall’Herbie Hancock degli anni Settanta al nu-jazz di St. Germain, dalle sonorità nordiche di Bugge Wesseltoft all’Electro-Acoustic Ensemble di Evan Parker, in molti hanno lavorato a un lessico in cui – di volta in volta – emerge il fascino timbrico o la plasticità ritmica di una o dell’altra componente.
Si sono scoperti utili a vicenda, jazz e elettronica, pronti a fornire il fascinoso suono di una tromba sordinata al più banale dei beat o, al contrario, solerti nel "ringiovanire" qualche progetto jazzistico poco convinto, spesso ponendo in secondo piano le prospettive più interessanti dell’alchimia, come i legami con gli stati di trance o, addirittura, il riallacciarsi all’antica natura danzereccia dello swing.
E se musicisti pur validissimi come Miroslav Vitous o John Surman continuano a utilizzare un’elettronica di discutibile gusto e attualità, non c’è dubbio che alcune delle esperienze più memorabili degli ultimi anni passino attraverso questo controverso rapporto. Penso a Vijay Iyer con Mike Ladd, così come agli Spring Heel Jack e a alcuni dischi della pur discontinua Blue Series della Thirsty Ear (nel video qui sotto Dj Spooky e Matthew Shipp), senza dimenticare la felicissima sintesi tra Africa e metropoli, tra ossessione e libertà, operata dal cornettista Rob Mazurek con i progetti Chicago e Sao Paulo Underground.
Sun Ra sorride di lassù, compiaciuto: lui, di questa soap opera non si perde nemmeno una puntata!


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