Dal 22 giugno al 6 luglio 2025 si terrà la quinta edizione del Sicilia Jazz Festival, l’unico Festival interamente dedicato alle produzioni orchestrali, con protagonista l’Orchestra Jazz Siciliana – The Brass Group. La manifestazione proporrà 5 prime mondiali, 3 esclusive nazionali, 8 progetti inediti con la big band OJS, per un totale di 85 concerti e 9 partnership mondiali. Un ricco cartellone che comprende stelle internazionali del calibro dei Village People, Cecile Mclorin Salvant, Nina Zilli e Piero Pelù. In vista dell'inaugurazione del Sicilia Jazz Festival, abbiamo intervistato l'ideatore Ignazio Garsia, fondatore e presidente dell’Orchestra Jazz Siciliana.
Come nasce il Sicilia Jazz Festival?
«Il Festival è nato dall’idea di diffondere la produzione orchestrale in ambito Jazz. Il sistema musicale italiano è prevalentemente orientato sulla produzione lirico-sinfonica. Ma della produzione orchestrale di musica Jazz, e del nostro tempo, c’è un certo ritardo. La Fondazione The Brass Group, che vanta cinquant’anni di attività, nasce dal bisogno di fare produzione orchestrale senza dover per forza invitare formazioni provenienti dagli Stati Uniti d’America. Da qui l’idea di organizzare un festival con un’orchestra locale pronta a suonare gli arrangiamenti scritti appositamente per alcuni artisti. Se si pensa alle rare possibilità di ascoltare musica jazz con grandi organici orchestrali, si capisce come il Sicilia Jazz Festival incarni una realtà che non ha precedenti. Da questa consapevolezza nasce l’esigenza di offrire maggiore spazio d’ascolto alla musica per orchestra, nell’ambito di una formazione che consenta una distribuzione musicale a 360°, capace di offrire alla popolazione l’ascolto di tutti i generi musicali».

Parliamo unicamente di musica Jazz o anche di altri generi?
«Il Sicilia Jazz Festival è l’unica manifestazione al mondo dedicata alla musica d’orchestra nei generi più disparati. Così la musica popolare o il rock possono essere reinterpretati con il sound dell’orchestra Jazz, offrendo loro un abito diverso. Un arrangiatore della portata di Quincy Jones ci ha insegnato che anche Michael Jackson riletto con un’orchestra può avere una luce diversa».
Come si articola il programma del festival?
«Ci sarà un ciclo di 8 concerti previsto al Teatro di Verdura dove i Village People si esibiranno per la prima volta con una big band come l’Orchestra Jazz Siciliana, così come Cecile Mclorin, Eliane Elias, Victor Wooten, la pluricandidata ai Grammy’s Jazzmeia Horn, John Pizzarelli, Piero Pelù e Nina Zilli. Al Village, un’area del centro storico di Palermo dove si trova anche il Teatro Santa Cecilia - il più antico teatro siciliano e sede dell’Orchestra Jazz Siciliana, l’unico teatro al mondo dedicato alla musica Jazz -, lo Spasimo, complesso monumentale del sedicesimo secolo, sede sia della Fondazione The Brass Group che della scuola di musica, e lo Steri, sede del rettorato dell’Università di Palermo, dove abbiamo un teatro che è un incanto a cielo aperto, si terranno altri concerti con alcune prime nazioni e internazionali. La musica viene infatti commissionata ad alcuni orchestratori che si dedicheranno all’arrangiamento per orchestra della musica di un determinato concerto. Così delle vere e proprie icone come i Village People verranno per la prima volta a suonare con un’orchestra Jazz, e proprio in questo periodo i nostri arrangiatori sono al lavoro per produrre le loro orchestrazioni inedite. Nel caso del concerto di John Pizzarelli, invece, si tratta di un’esclusiva nazionale poiché la musica è già scritta. Quest’anno il cartellone è fortemente caratterizzato da una serie di bellissime voci, stelle internazionali riconosciute con decine di Grammy Awards: Cecile Mclorin e Jazzmeia Horn, la grande Eliane Elias che è una pianista e cantante che ascoltai vent'anni fa con il trombettista statunitense Randy Brecker. E la stessa Nina Zilli sarà un'altra novità dato che si stanno arrangiando dei brani per il suo concerto».

Qual è il bilancio delle precedenti edizioni?
«Sin dal primo anno il festival ha suscitato una grande curiosità, essendo l’unica manifestazione a proporre brani con orchestra su arrangiamenti commissionati. L’augurio è quello che, attorno a questa Festival, possano nascere altre manifestazioni dedicate alla musica Jazz per organici completi, e non solo formazioni ridotti, quali possono essere il tradizionale trio o quartetto. Credo che la bellezza della musica risieda anche nella possibilità di ascoltare tutti i suoni».
In che modo il festival pensa alle nuove generazioni di musicisti?
«L’Orchestra Jazz Siciliana è una realtà che ha mezzo secolo di vita, con molti componenti di grande esperienza che si alternano a musicisti più giovani che provengono dalla Brass Youth Orchestra, la nostra orchestra giovanile. Al di là della musica sinfonica e lirica, da molti anni la nostra attività cerca di offrire nuove possibilità di impiego ai giovani musicisti diplomati nei Conservatori di musica. Potersi esibire in una grande orchestra durante il festival, credo possa essere un importante riconoscimento della loro professionalità».

Oltre che a Palermo, il festival si estende anche sul territorio regionale
«Parallelamente all’attività nel centro storico di Palermo, il Festival ha anche un ciclo di concerti in decentramento, in alcune aree della Sicilia. Un’attività che si sta sviluppando e che spero possa radicarsi con ancora più slancio in tutta la regione».