Gli arcipelagi di Amélia Muge e Michales Loukovikas

Il nuovo disco della portoghese Amélia Muge, ARCHiPELAGOS/Passagens, presentato dal vivo a Lisbona

Amélia Muge e Michales Loukovikas
Amélia Muge e Michales Loukovikas
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Nata in Mozambico nel 1952, la cantante compositrice Amélia Muge si trasferirà in Portogallo nel 1984 dove collabora con Júlio Pereira. A inizio degli anni Novanta comincia a produrre ottimi dischi, Múgica e Todos os Dias, in bilico fra nuove composizioni e tradizioni popolari. Accanto ai suoi progetti, trova spazio per ottime collaborazioni: da quella con João Afonso e José Mário Branco per uno dei migliori lavori dedicato a José Afonso, Maio Maduro Maio (1995), al percussionista e compositore Rui Junior, al gruppo Terras de Canto, con Lucilla Galiazzi e Elena Ledda, ai Gaiteiros de Lisboa di "Novas Vos Trago", fino al Kronos Quartet nel 2014.

La poliedrica personalità di autrice, produttrice, cantante di Amélia Muge dal 2009 sembra aver trovato il partner ideale nel compositore, musicista e cantante greco Michales Loukovikas, con cui realizza nel 2012 il disco Periplus, con brani pensati per un ensemble ampio, presentati come "deambulazioni luso-greche”

Il 29 novembre scorso, a Lisbona, nel Teatro Municipale São Luiz, i due hanno presentato il loro secondo lavoro. ARCHiPELAGOS/Passagens raccoglie 28 brani e viaggia fra autori e generi musicali e letterari. Si tratta di un lavoro che mette in evidenza il personale universo culturale di Muge e Loukovikas, ma più in generale il forte ed ancora attuale legame delle musiche greche e portoghesi con la poesia. I testi e riferimenti di ARCHiPELAGOS/Passagens spaziano da Euripide ad antiche odi siriane, a Saffo, a Hélia Correia (che ha collaborato anche come voce recitante) passando per Friedrich Hölderlin – abbinato alla melodia della Marcia Funebre del secondo movimento della Terza Sinfonia di Beethoven – a Lopes Graça, Violeta Parra, Saramago, al Fernando Pessoa di “Sono de ser” e “The Hours”, unico brano in inglese fra testi in portoghese e greco.

Testi, riferimenti, approfondimenti e tavole illustrate sono talmente abbondanti che nel libretto del cd… non li trovate. Tutti insieme componevano 156 pagine e, quindi, fra le copertine sono inseriti due cd: uno con i 28 brani musicali ed uno con tutti i testi in un impaginato molto curato in formato pdf riprodotto in tre lingue (greco, portoghese e inglese). Già le oltre 50 tavole/arcipelaghi a colori realizzate da Cristiana Serejo valgono la ricerca di questo bel testo, autentico “puzzle liquido” in cui gli spunti mitologici, letterari, musicali si incontrano, si ricombinano e si intrecciano secondo la personale lettura del Mediterraneo e degli Oceani degli autori, ora alla ricerca dell’aurora del mondo, ora impegnati in commoventi denunce di quel che il Mediterraneo è diventato: non a caso il brano più sentito è dedicato a Aylan, bimbo tragicamente simbolo degli orrori che hanno ripetutamente colpito il popolo dei profughi. La sezione finale, Arquipédia, permette un approfondimento di ogni luogo e persona menzionata nel lavoro e rimanda alla filosofia compositiva di Loukovikas: «Mettiamo insieme tutto ciò che amiamo. La nostra musica non appartiene a un solo genere, è multigenere. Le opere d’arte hanno sempre vari strati, livelli di comprensione, che compaiono, a volte, dopo molti anni».

Per le registrazioni, così come sul palco, i due direttori si alternano alla voce e suonano strumenti di accompagnamento: Amélia Muge la chitarra “braguesa” e tamburi a cornice, Michales Loukovikas il tamburo e la fisarmonica. Il gruppo base comprende 11 musicisti. La sezione ritmica è portoghese ed include Filipe Raposo, pianista e già arrangiatore nel progetto di Amélia Muge con il Kronos Quartet, António Quintino al contrabasso, José Salgueiro alle percussioni – con il violoncello di Catarina Anacleto nei concerti dal vivo. Ci sono, inoltre, Ricardo Parreira, chitarra portoghese e il gruppo vocale Maria Monda, Sofia Adriana Portugal, Susana Quaresma e Tânia Cardoso – cui si aggiungono in alcuni brani e dal vivo Rita Maria, Teia Campos e Catarina Moura. Nel disco spicca la collaborazione con il coro femminile Cramol. Dalla Grecia sono giunti Dimitris Mystakidis, viola, bouzouki, tzourás e voce, Harris Lambrakis, ney e flauti, Manos Achalinotópoulos, clarinetto e voce, e Kyriakos Gouventas, violino a cinque corde. Nel disco spicca anche l’Orchestra di corde Thanassis Tsipinakis di Patrasso.

Ne risulta una paletta sonora davvero ampia e flessibile, agile nei cambi di ritmo e di timbro, che rivela come complementari le sonorità greche e lusofone. L’ensemble mostra di saper attingere alle tradizioni locali, al rebetiko, così come di saper partire dal Mediterraneo per incontrare sia la diaspora lusafricana ed, in primo luogo, la morna, sia l’America Latina. 

Dal vivo, oltre alle splendide parti vocali, il gruppo da spazio soprattutto alle voci degli ottimi solisti greci e a Ricardo Parreira, con Loukovikas nelle vesti di maestro di cerimonia, volentieri ad imbracciare il tamburo per incalzare le diverse sezioni dell’orchestra che hanno coinvolto ed emozionato il pubblico del Teatro Municipale São Luiz.

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