Fernando Barba (1971-2021): il suono del corpo

Avrebbe compiuto 50 anni oggi Fernando Barba, leader dei Barbatuques e maestro della musica corporea

Fernando Barba
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Il 30 dicembre 2021 Fernando Barba avrebbe compiuto cinquant’anni. Nelle scorse settimane São Paulo l’ha ricordato con alcuni concerti che restituiscono la misura dell’enorme capacità generativa che ha avuto la sua azione di compositore, musicista, pedagogista.

Il suo straordinario lavoro è legato soprattutto alla musica corporea e al gruppo Barbatuques, che aveva fondato nel 1995 e con cui, in anni recenti, è intervenuto nelle cerimonie in mondovisione della Coppa del mondo di calcio nel 2010 e nel 2014 e delle Olimpiadi di Rio 2016, oltre che nelle colonne sonore di film molto conosciuti come Rio 2, Tropa de Elite, O Menino e o Mundo e Trash - A Esperança Vem do Lixo.

Vent’anni fa, l'album O Corpo do Som dei Barbatuques aveva fatto conoscere a un ampio pubblico il potenziale sonoro e compositivo della percussione corporea. Avevano fatto seguito nel 2005 il cd O Seguinte é Esse e nel 2010 il dvd O Corpo do Som ao Vivo” con brani da entrambi gli album catturati del regista Edu Puppo durante il concerto dal vivo al Teatro Tuca di São Paulo il 2 ottobre del 2005. Rispetto ai cd, il dvd offre la possibilità di apprezzare tutta l’energia di un suono collettivo che sprigiona direttamente dal gesto del corpo senza la mediazione di altri strumenti, anche se, all’occorrenza, chitarra, flauti o marranzano entrano in gioco, come nel caso di “Baianá”, forse il loro brano più conosciuto e remixato, ascoltata 1.7 milioni di volte (solo su Spotify) nel 2021

Dal 2008, Fernando Barba e i Barbatuques sono stati fra i protagonisti dell’International Body Music Festival, organizzato da Keith Terry e Crosspulse e ospitato nel 2010 a São Paulo proprio dai Barbatuques. Immancabile, in ogni festival, un laboratorio con al centro una delle prime sequenze di percussione corporea ideate da Barba, “Barbapapa Groove”, sorta di biglietto da visita delle body percussion nel mondo

In questo ambito, quello educativo e a servizio della salute pubblica, Barba e i Barbatuques hanno seminato sia efficaci percorsi e spettacoli per bambini (testimoniati dagli album Só + 1 Pouquinho e Tum Pá), sia laboratori di formazione improntati all’ascolto, alla relazione dialogica, all’improvvisazione, al gioco. La dimensione ludica, favorita dall’attenzione per la comunicazione non verbale, era parte integrante dell’approccio di Barba alla musica. Nel 2012 ebbi modo di partecipare a un laboratorio che condusse ad Istanbul con numerosi partecipanti da diverse parti del mondo che invitò a un processo di apprendimento e creazione in cui non disse mai una parola, ma sapendo coinvolgere l’intero gruppo all’ascolto attivo di suoni e gesti e a forme di istantanea creazione collettiva.

In un’intervista Barba del 2014 ricordava: «Fin da piccolo ho avuto la possibilità di esplorare per conto mio il piano, la chitarra e altri strumenti. Qualche volta ricevevo un consiglio da un familiare, ma soprattutto potevo mettere a frutto la mia immaginazione, giocare con la musica. Anche in seguito, ho sempre studiato giocando, ri-creando, coltivando la mia curiosità». Allo stesso modo ha esplorato e giocato col proprio corpo, perfezionando suoni percussivi e vocali e mettendo a punto un proprio personale “flauto” grazie al soffio della bocca attraverso le due mani giunte.

Nelle note che accompagnano il bel libro fotografico che contiene i tredici brani di AYÚ (2016), Barba evidenzia il dialogo compositivo con due pionieri: della musica suonata in cerchio – Bobby McFerrin – e delle ecologie sonore – Stênio Mendes; e con due musicisti che, oltre a suonare con i Barbatuques, contribuiscono ad AYÚ con loro composizioni: Hermeto Pascoal (“La na casa da Madame eu vi”) e Naná Vasconcelos (“Kererê” e “Tá na roda”). All’album ha contribuito anche Carlos Bauzys che ha saputo tradurre con accuratezza sul pentagramma le opere di Barba.

Purtroppo, da aprile 2017, Fernando Barba ha dovuto fare i conti con tumore cerebrale che ha potuto asportare con conseguenze gravi per la percezione visiva, l’articolazione vocale, il coordinamento spazio-temporale. Questa nuova condizione fisica è stata affrontata con enorme tenacia nei diversi percorsi riabilitativi e, contemporaneamente, dedicando tempo, insieme alla sorella Renata Ferraz Torres a comporre un libro con le sue memorie personali unitamente a quelle di altre sessanta persone che hanno attraversato la sua attività musicale. Ne è risultato un libro ricchissimo, 272 pagine divise, come un vinile, in un lato A e un lato B: A vida começava la. Uma historia de repercussão corporal (Stachinni). Il primo lato percorre la sua infanzia, la formazione musicale e i momenti salienti che poi hanno generato gruppi come Barbatuques e Orquestra do Corpo, fin dai sedici anni, quando camminava da scuola a casa aggiungendo ai passi accenti con schiocchi di dita e colpi sul petto. Il lato B descrive il percorso riabilitativo che Barba ha deciso di interrompere a febbraio del 2021, scegliendo di mettere fine alla sua vita.

fernando barba

I Barbatuques l’hanno ricordato con un Body Music Festival (dal 21 al 24 aprile) con artisti ospiti da Brasile, Perù, Stati Uniti, Colombia, Cile e Uruguay, trasmesso dal canale YouTube del gruppo. Fra gli altri, hanno partecipato: Tupac Mantilla con Tekeyé (Colombia), Kumbá (Cile), Bande (Uruguai), Côco Raízes de Arcoverde (Pernambuco), Os Favoritos da Catira (São Paulo), Eduardo Díaz Merino Choko (Perù), Batukatu (Porto Alegre), Batucadeiros (Brasília), Keith Terry e Evie Ladin (Oakland).

Avvicinandosi la data del suo compleanno, il 5 dicembre i Barbatuques hanno presentato in streaming una selezione di nove brani di musica corporea che attingono ai momenti salienti dei loro album con Barba, aggiungendo in coda (1:05) una lettera scritta collettivamente al fondatore del gruppo.

Il giorno seguente il batterista e produttore Bruno Buarque ha riunito – per il programma #EmCasaComSesc – nel centro culturale Sesc Pompeia (opera di Lina Bo Bardi) un gruppo con Andre Hosoi alla chitarra elettrica e allo huan. Fin da adolescente Hosoi ha accompagnato Barba in tutte le sue avventure musicali che, per dieci anni, hanno visto Buarque insieme ai Barbatuques. Insieme hanno coinvolto altri cinque artisti in un concerto che ha rivelato uno dei numerosi progetti di Barba: un album con le versioni strumentali dei suoi brani. L’orchestrazione comprendeva il trombone, il corno e le percussioni di Edy Trombone, piano elettrico di Daniel Ayres e il basso di Marcelo Cabral, oltre a due ospiti d’eccezione: Anelis Assumpção alla voce e Regina Santos alla danza. Nelle parole di Bruno Buarque: «Ho voluto mettere in luce il Barba compositore e strumentista, quello che non si vedeva con i Barbatuques, musicista geniale al piano, al flauto, alle chitarre; suonava qualsiasi cosa e noi abbiamo voluto far ascoltare con i nostri strumenti alcune delle sue composizioni, ricordare con questo omaggio tutta la musicalità che emanava e trasmetteva a chiunque convivesse con lui».

Questi due concerti a distanza ravvicinata permettono di confrontare tre brani nella versione dei Barbatuques e del gruppo di Buarque: “Cromosom”, “Baião destemperado” e “Skamenco”, composto da Barba e Bruno Buarque dopo serie di concerti in Spagna, fondendo elementi ska e flamenco. Ma nel concerto c’è spazio anche per le musiche della loro formazione musicale, soprattutto dagli anni Settanta: “Oração ao tempo” di Caetano Veloso, e “João Sabino” di Gilberto Gil, interpretate con Anelis Assumpção.

Nel finale, il gruppo in settetto torna a “Cromosom”, con Hosoi che suona la chitarra di Barba, lasciando che in chiusura sia il solo battito delle mani a scandire il ritmo.

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