Coldcut e Adrian Sherwood: i giganti del ritmo

Il duo londinese e mister On-U Sound per la prima volta insieme nella “camera d’eco”

Articolo
pop

Coldcut x On-U Sound
Outside the Echo Chamber
Ninja Tune

“Visi pallidi”, ma giganti nel trattamento dei ritmi afroamericani. Agiscono per la prima volta insieme e dunque si può parlare a ragion veduta di evento. Partendo dal sottobosco delle radio pirata londinesi, verso metà anni Ottanta Matt Black e Jonathan Moore si sono affermati in veste di pionieri e maestri nell’arte del campionamento con il marchio Coldcut, gettando le basi del suono urbano britannico contemporaneo. Da parte sua, invece, Adrian Sherwood – fondatore dell’etichetta discografica On-U Sound e produttore dall’inventiva straordinaria – ha manipolato in modo originale i canoni del reggae, trasfigurandoli con gli echi e i riverberi del dub. L’album realizzato in trio rappresenta la risultante di quei vettori. Ed è un saggio di sapienza e stile, fortificato dalle presenze di veterani quali Skip McDonald e Doug Wimbish, coppia motrice della Sugarhill Gang ai primordi dell’hip hop newyorkese e in seguito fidati collaboratori di Sherwood, e impreziosito dai cammei dei pesi massimi giamaicani Lee “Scratch” Perry e Junior Reid, protagonisti in “Divide and Rule”, e del miglior rapper del Regno Unito, ossia Roots Manuva, al microfono nell’iniziale “Vitals”.

La musica ondeggia fra quei poli, alternando ai cazzotti – tipo quello sferrato con il massiccio strumentale “Livid Hip Hop” – le carezze lovers, ad esempio nella squisitezza intitolata “Make Up Your Mind”, proposta in due interpretazioni differenti (la prima affidata a Ce’Cile e Toddla T, la seconda a Elan), cui va aggiunta la dub version di complemento (ce n’è del resto una per ciascun episodio dei sei proposti in origine con parti vocali, come si usa a Kingston).

Al tempo stesso esercizio di maniera e tributo appassionato alle rispettive fonti d’ispirazione, il disco – che nel caso dei Coldcut interrompe un silenzio durato più di un decennio – è un concentrato di empatia culturale e ingegnosità formale: roba davvero rara.

Se hai letto questo articolo, ti potrebbero interessare anche

pop

L'autobiografia di Steve Wynn Non lo direi se non fosse vero esce in italiano per Jimenez

pop

Dall’avant-pop di Iris Silver Mist al post punk queer di Pirouette, in attesa di C2C 2025

pop

Paolo Spaccamonti, Andrea Cauduro e A Bad Day (ovvero Egle Sommacal e Sara Ardizzoni) per una via italiana alla chitarra "di ricerca"