Cinque arrangiamenti per ricordare Luis Bacalov

Da Endrigo a Baglioni, cinque classici della canzone italiana arrangiati da Luis Bacalov

5 arrangiamenti di Luis Bacalov
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Il 15 novembre 2017 è morto, all'età di 84, Luis Bacalov, autore di musiche da film e arrangiatore fra i principali della storia della canzone italiana. Abbiamo scelto cinque suoi arrangiamenti "storici" per ricordarlo.

1961 - "Il capello" (Edoardo Vianello)

Fra i primi cantautori – i primi in assoluto a essere chiamati così – in casa Rca c'era anche Edoardo Vianello, interprete della versione "leggera" e brillante del nuovo ruolo... Spesso lavorò con l'altro arrangiatore della casa romana, Ennio Morricone. In un'occasione almeno tocca invece a Bacalov "vestire" il suo brano. È il caso della celebre "Il capello" ("Non è un capello / ma un crine di cavallo..."), un ballabile in cui il compositore argentino affida ai fiati il compito di sottolineare ironicamente il divertente testo di Vianello.

 

1962 - "Io che amo solo te" (Sergio Endrigo)

Splendido esempio del sound distintivo della Rca all'inizio degli anni Settanta, di cui Luis Bacalov è "proprietario" insieme a Ennio Morricone. Per "Io che amo solo te", fra i primi grandi successi di Sergio Endrigo e sua prima hit dopo il passaggio alla Rca, Bacalov mescola il gusto orchestrale della canzone italiana con un tocco di tango appena accennato (nell'incedere del contrabbasso). Un brano che riesce a suonare allo stesso tempo sontuoso e intimamente malinconico.

 

1971 - Concerto Grosso (New Trolls)

Bacalov ha raccontato in un'intervista come l'idea iniziale di mescolare stilemi musicali barocchi e musica rock gli fosse venuta lavorando alla colonna sonora del film La vittima designata di Maurizio Lucidi, per una suggestione ispirata dal film, ambientato a Venezia (da cui i riferimenti barocchi e vivaldiani), e il cui protagonista era Thomas Milian nel ruolo di un aristocratico un po’ hippie (da cui il rock). L'idea, in realtà, era qualcosa già nell'aria nell'Europa progressiva di quegli anni: Bacalov è, in questo, un precursore.

 

1975 - Sabato pomeriggio (Claudio Baglioni)

Grande successo del 1975, Sabato pomeriggio di Claudio Baglioni vede gli arrangiamenti di Bacalov, che punta su atmosfere intime di pianoforte e grandi archi "pop". Nella title track, l'apertura orchestrale e con il coro suona davvero molto "Bacalov". Grande pop italiano.

 

1976 - Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto (Mia Martini)

Gli splendidi arrangiamenti di Che vuoi che sia... se t'ho aspettato tanto di Mia Martini sono di Bacalov, che orchestra brani scritti per la cantante da – fra gli altri – Amedeo Minghi, Stefano Rosso, Mango, e Dario Baldan Bembo. Per l'iniziale "Ma sono solo giorni", con Minghi ai cori, Bacalov sceglie un'atmosfera acustica e raffinata, chiusa da una coda di violoncello...

 

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