60 anni di Concorso Busoni

Bolzano: il Concorso dal 26 agosto

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Il Concorso Pianistico Internazionale intitolato a Ferruccio Busoni, a Bolzano, raggiunge quest'anno l'onorevole traguardo delle 60 candeline e, nonostante l'età, si presenta al mondo dei professionisti e degli appassionati del pianoforte sempre più fresco e spumeggiante. Questo grazie alla direzione artistica di Peter Paul Kainrath che dal 2007 ha saputo rinnovarlo senza perdere di vista la sua lunga e prestigiosa storia. Le novità in pochi anni sono state numerose: innanzitutto il Premio Busoni è diventato biennale, regalando tra un'edizione e l'altra un Festival Pianistico di esecuzioni e di ricerca come pochi; nel regolamento del concorso hanno fatto capolino pian piano le opere contemporanee, appositamente commissionate e rese obbligatorie nel programma dei concorrenti; non solo, anche i minutaggi delle singole prove solistiche sono stati ridimensionati in favore dei concorrenti; e ancora, nelle prove con l'orchestra è stato dato spazio a Liszt nell'anno dell'anniversario e nel 2015 sarà la volta di Beethoven. Si può dire che negli ultimi anni il "Busoni" ci ha regalato sempre qualcosa di nuovo con una missione ben precisa: essere ben attenti al pianismo del nostro tempo, inteso sia come tecniche esecutive sia come idee interpretative, e soprattutto rendersi veramente trampolino di lancio, come visibilità e come scritture concertistiche, per i giovani talenti di oggi.

Dal 26 agosto al 4 settembre Bolzano diventa quindi la capitale del pianoforte, ospitando presso la sala dedicata a Michelangeli nel Conservatorio della città i 27 concorrenti ammessi alle fasi finali, scelti l'anno scorso nelle prove eliminatorie. Chiediamo quindi a Peter Paul Kainrath di raccontarci la nuova edizione 2015.

Come vi preparate a festeggiare la 60° edizione?

«I festeggiamenti si riflettono soprattutto su come abbiamo impostato la giuria del concorso - spiega Kainrath - ossia invitando una parte della storia del concorso stesso rappresentata da dieci Primi Premi che vanno a formare la giuria e che sono l'austriaco Jörg Demus (nella foto grande), Premio Busoni nel 1956, che sarà presidente di giuria, lo statunitense Jerome Rose, vincitore nel 1961, il brasiliano Arnaldo Cohen, primo premio nel 1972 e il tedesco Robert Benz, trionfatore della finale del 1974. Ad essi si affiancano Boris Bloch, statunitense salito sul gradino più alto del podio nel 1978, i canadesi Catherine Vickers, vincitrice nel 1979, e Louis Lortie primo classificato nel 1984. E ancora la pianista russa Lilya Zilberstein (nella foto piccola), Premio Busoni nel 1987, l'italiano Roberto Cominati, insignito del Primo Premio nel 1993 e Alexander Kobrin vincitore dell'edizione 1999. I membri della giuria sono dunque testimoni, anagraficamente, da una parte della storia dell'interpretazione pianistica e dall'altra della storia stessa del Concorso Busoni, coprendo un lungo arco da Demus a Kobrin. Accanto a loro siederà in giuria anche la pianista cinese Zhu Xiao-Mei che avrà un ruolo particolare in rappresentanza della corrente sempre più influente del pianismo orientale».

Le giurie delle ultime edizioni, da quella della fase eliminatoria a quella delle fasi finali, sono state sempre composte con scelte non scontate.

«Ho sempre puntato sull'indipendenza e sulla trasparenza della giuria - ci tiene a sottolineare Kainrath - e per questo si è sempre puntato su pianisti attivi sui palcoscenici. Inoltre credo che coloro ai quali il Busoni è riuscito a cambiare la carriera avranno un senso di lealtà più profondo per questo concorso. Pochi hanno una storia come noi, con un albo d'oro che annovera solo ventisette primi premi in cinquantanove edizioni. Questo è un segnale di quanto seria sia la nostra storia».

Con lei la storia del concorso ha aperto le porte ai media, dalla creazione di una giuria della critica internazionale - alla quale il GdM ha partecipato nella prima edizione del 2009 - alla diretta in streaming di tutte le fasi della competizione...

«Per noi è molto importante dare visibilità ai concorrenti. Non si decide tutto il 4 settembre, serata delle finalissima con la proclamazione dei vincitori, ma abbiamo ventisette finalisti scelti l'anno scorso da una giuria che dice che il livello è molto promettente. Sono nuove voci, anche alcuni giovani che si affacciano ad un concorso di questo livello per la prima volta, ragazzi che si sono preparati un anno e che parteciperanno alle quattro impegnative prove quasi in forma di festival. Per noi è un vero impegno per loro. Quest'anno la giuria della critica internazionale sarà compostta da Yoko Tsunekawa dello Japan Times, Roza Swiatczynska della Radio 2 polacca e da Enrico Girardi, firma del Corriere della Sera. RAI 5 realizzerà un reportage sul Concorso Busoni che verrà trasmesso in settembre mentre la rete ORF riprenderà la finale per mandarla poi in differita sul canale austriaco il 6 settembre. Inoltre sarà presente al Concorso un inviato del canale ARTE di Strasburgo. La Radio 2 polacca seguirà tutto il concorso».

Il Concorso Busoni incontra in questa edizione il Concorso Chopin di Varsavia, ci spiega come?

«Il Concorso Chopin si è avvicinato al Busoni nella nostra strada di sviluppare concerti come festival ed offriranno un premio in denaro e un concerto debutto nella casa natale di Chopin a Varsavia al candidato che realizzerà la migliore interpretazione di un'opera chopiniana, scelto dalla nostra giuria. Sappiamo quanto entusiasti ed esperti siano in Polonia per il pianoforte».

Ci saranno novità nel regolamento per quanto riguarda il programma delle prove?

«Nel programma che potranno scegliere i candidati ci sarà sempre un pezzo contemporaneo, ma quest'anno non sarà commissionato appositamente, bensì dovrà essere scelto tra i brani realizzati negli ultimi otto anni in gran parte con generoso sostegno della Ernst von Siemens Musikstiftung. Anche questa scelta si legge come resoconto sulla recente storia del Concorso Busoni. Abbiamo dato così un piccolo contributo alla letteratura pianistica di questo secolo. Inoltre, per la prima prova con l'orchestra non si eseguiranno come consuetudine i concerti di Mozart bensì esclusivamente quelli di Beethoven».

Il Concorso Busoni è palcoscenico per i concorrenti ma non solo...

«Per la terza volta organizziamo la Galleria dei Talenti, una formula che realizziamo assieme al rivenditore Steinway Passadori di Brescia. Nelle gallerie della città di Bolzano metteremo dei pianoforti e i talenti degli istituti musicali ladini, tedeschi e italiani della nostra regione potranno suonare e si fanno conoscere. Una vera e propria festa attorno al pianoforte che avvicina i giovani alla realtà dei ventisette finalisti. Sono gli istituti stessi a cercare il contatto con noi e ad offrirsi per sfruttare al meglio questa piattoforma. Un altro appuntamento degno di nota è quello che organizzeremo il 31 agosto a Palazzo Mercantile, nelle cui sale Ferruccio Busoni tenne due recital, oggi sede della Camera di Commercio di Bolzano, uno dei nostri sostenitori. Alla sera verrà proposto un incontro con i dieci premi Busoni della giuria che racconteranno la loro esperienza al concorso bolzanino. Ricordo infine che il Ministero degli Esteri ci ha dato il patrocinio come ambasciatore dell'eccellenza culturale italiana fuori dal mondo. In questo senso organizzeremo il prossimo anno 2016, in cui ricorrono i 150 anni dalla nascita di Busoni, un tour internazionale che porterà nel mondo sia il vincitore sia la storia del concorso».

Ci sarà dunque un 1° premio Busoni quest'anno?

«Lo speriamo ma non si può sapere, anche questo fa parte di un concorso. In alcune competizioni americane non è possibile non dare un primo premio, invece al Concorso Busoni c'è la filosofia che se non si trova chi corrisponde agli alti parametri pianistici del momento non si assegna il primo premio, questo è rimasto invariato nella nostra storia».

Non ci resta che seguire la Sessantesima edizione e scoprire se tra i concorrenti, in cui la rappresentaza italiana è al primo posto, si nasconde il nuovo vincitore che toglierà lo scettro a Michael Lifits, ultimo Premio Busoni nel 2009. Se non direttamente a Bolzano, tutte le prove si potranno seguire in diretta in streaming sul sito del concorso, mentre la finalissima del 4 settembre si potrà ascoltare in diretta nazionale su RAI Radio 3 e vedere in diretta su RAI Sender Bozen, il canale televisivo della RAI in lingua tedesca sul territorio del Trentino Alto Adige.

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Articolo in collaborazione con Fondazione Ferruccio Busoni Gustav Mahler