Il blog dal Premio Nazionale delle Arti / sabato 27 marzo

Letitia Vitelaru ha vinto la sezione "canto lirico" del Premio delle Arti

Articolo
classica
"E' Strano" e "Giorgia on my mind", Puccini e Battiato, insieme sullo stesso palcoscenico, quello del Teatro Toselli di Cuneo. Si è rivelata vincente la scelta di Paolo Manzo, vulcanico direttore del Conservatorio "Ghedini" di Cuneo, di abbinare nel "Premio delle Arti" canto lirico e canto moderno. Ieri sera i tre finalisti "lirici" e i tre finalisti "moderni" si sono ritrovati sullo stesso palcoscenico per la loro esibizione finale davanti alle due giurie e al pubblico (in sala anche le direttrici dei Conservatori di Torino e di Genova e Roberto Morese del Miur) e non c'è stata nessuna frattura, nessuna sensazione di trovarsi di fronte a due mondi lontanissimi.
Ma facciamo un passo indietro al mattino, quando la giuria lirica (Antonella Banaudi, Luisa Castellani ed io) abbiamo riascoltato i dieci semifinalisti: alcune certezze confermate, qualcuno invece che sembrava più provato dall'emozione di aver già superato un gradino importante, la scelta, unanime, è stata di portare in finale Jin Won Chung (baritono coreano, 23 anni, dal "Vittadini" di Pavia), Laura Macrì (soprano di 19 anni, dal "Bellini" di Caltanissetta) e Letitia Vitelaru (soprano rumeno, 25 anni, dal "Verdi" di Milano). Nessuna tensione ma una bella atmosfera cameratesca, con i cantanti non ammessi che chiedevano consigli e giudizi sulla loro prova, sulle loro scelte di repertorio e Luisa Castellani, che già nei giorni precedenti aveva tenuto una masterclass, pronta a fare nel pomeriggio un'altra lezione di tecnica alle allieve del Ghedini e Antonella Banaudi che, spartito squadernato su un tavolino del bar, spiegava a una cantante dove doveva respirare e dove doveva alleggerire.
Alle 20,30 tutti al Toselli, a metà sala le due giurie, sul palco pianoforte a coda, microfoni e batterie: i due mondi che si incontrano e dietro le quinte i sei finalisti a farsi coraggio e a sdrammatizzare. Finite le sei esibizioni, ogni finalista aveva a disposizione due brani, mentre il pubblico in sala ascoltava un'esibizione jazz degli allievi del Ghedini, noi giurati siamo stati "rinchiusi" in un camerino e il fatto più divertente e interessante è stato scambiare opinioni con Irene Aebi (la vedova di Steve Lacy), Antonio Galbiati e Pippo Rinaldi (la giuria "moderna") sulle esibizioni dei loro finalisti e dei "nostri" e curiosamente, o non tanto curiosamente, i nostri giudizi coincidevano! Ovvio poi che ogni giuria ha individualmente votato per il proprio settore. Per la lirica ha vinto Letitia Vitelaru, che ha cantato il valzer di Musetta dalla "Bohème" di Puccini e "E' strano" dalla Traviata" di Verdi, per il moderno ha vinto Annamaria Sotgiu del Paganini di Genova che, voce e pianoforte, ha interpretato "La Cura" di Battiato e "Georgia on my mind" (le altre due finaliste erano Sabrina Oggero Viale e Chiara Rosso). Poi tutti sul palco a ricevere i premi, le due vincitrici parteciperanno a Roma a un concerto che presenterà tutti i vincitori delle varie sezioni del Premio delle Arti. Sarebbe bello che per loro, e anche per gli altri partecipanti, si aprissero spazi in stagioni concertistiche, che venisse apprezzata e riconosciuta la loro alta professionalità anche se stanno ancora studiando e sarà bello, tra qualche anno scoprire i loro percorsi, le loro carriere.

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